terrorismo
Il killer di Berlino ucciso in una sparatoria a Milano
MILANO - E' il killer di Berlino Amri l'uomo morto la scorsa notte nel Milanese, durante un conflitto a fuoco con la Polizia. Secondo le prime informazioni l'uomo durante un normale controllo stradale in piazza I Maggio a Sesto S.Giovanni, intorno alle 3, ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una Volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la Volante si sarebbe fermata in piazza primo maggio, di fronte alla stazione di Sesto San Giovanni, per un normale controllo. L'uomo, che era a piedi, alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e avrebbe sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla.
A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco, sparando all'uomo, poi deceduto. L'uomo, che con sè non aveva documenti, non è ancora stato identificato. Il poliziotto colpito alla spalla è stato portato all'ospedale di Monza: le sue condizioni non sarebbero gravi.
Dagli accertamenti dalla Digos, coordinati dal capo dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, Anis Amri, il killer di Berlino, è arrivato in Italia dalla Francia, in particolare da Chambery, in Savoia, da dove ha raggiunto Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno al'una di notte.
Infine dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto san Giovanni dove attorno alle 4 ha incrociato i due agenti della volante che poi, durante una sparatoria, lo hanno ucciso.
Ad uccidere il terrorista Anis Amri è stato un agente in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni. Si chiama Luca Scatà, ha 29 anni.
L’agente di polizia che è stato ferito da Amri si chiama Christian Movio, ha 36 anni, ed è del Commissariato di Sesto San Giovanni. L’agente scelto è ricoverato all’ospedale di Monza con un proiettile conficcato in una spalla. Deve essere operato, ma le sue condizioni sono buone.
IL MINISTRO - «Noi guardiano a questi due ragazzi come persone straordinarie, di giovanissima età, che facendo semplicemente il loro dovere hanno reso un servizio straordinario alla comunità. Penso sinceramente di poter interpretare il sentimento del nostro Paese nel dire loro che l'Italia è a loro grata": così il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nella conferenza stampa al Viminale, parlando dei due poliziotti protagonisti dell’uccisione del killer di Berlino, Cristian Movio e Luca Scatà.
CHI ERA IL TERRORISTA - «Era un detenuto problematico, provocava sempre situazioni estreme, aveva un comportamento aggressivo che rendeva impossibile la sua convivenza con altri detenuti o pericolose le relazioni con il personale penitenziario». «E' stato subito chiaro che questa forma di aggressività derivasse da un problema culturale. Ovviamente era uno dei soggetti monitorati, ma allora non emergeva con chiarezza un profilo di radicalizzazione». Lo dice al Messaggero Francesca Vazzana, direttrice del penitenziario Pagliarelli, a proposito di Anis Amri, tunisino ricercato per la strage di Berlino detenuto nell’istituto palermitano per 4 mesi prima di essere trasferito il 10 gennaio 2015 all’Ucciardone.
«La sua condotta degenerava frequentemente nell’aggressione», spiega Vazzana. «Era con ogni evidenza un soggetto che manifestava un disagio psicologico, dovuto alla mancata accettazione culturale del nostro sistema». Al Pagliarelli, aggiunge, «ha picchiato alcuni detenuti, è stato aggressivo con le guardie penitenziarie, ma dagli episodi che si sono verificati nell’istituto che dirigo, non sono emersi elementi che facessero pensare a un fenomeno di radicalizzazione. Era un riottoso, violento». «I soggetti monitorati sono moltissimi. Tutti i detenuti islamici oramai lo sono. Siamo diventati attenti a ogni minimo segnale». Quelli ritenuti realmente pericolosi, dice, sono «una trentina in tutto».