Vertice a Roma
Sud Est, Fs accelera per l'acqusizione
Bari -Ferrovie dello Stato non aspetterà il 1° gennaio per procedere all’acquisizione di Ferrovie Sud-Est. E non aspetterà nemmeno la pronuncia del Tar Lazio sul ricorso della cordata privata che vorrebbe bloccare la procedura. I manager Fs saranno a Bari già stamattina, con una consegna ben precisa: la più importante ex concessa d’Italia passerà al gruppo statale entro una settimana. Con una governance tutta nuova che, oltre a gestire la transizione, dovrà occuparsi anche di presentare domanda di concordato preventivo.
In base alla delibera approvata nel cda del 25 ottobre, Fs garantirà «l’equilibrio economico finanziario e la continuità aziendale» di Fse, presentando un piano industriale che preveda il «ricorso ad una delle procedure di ristrutturazione dei debiti e/o allo spin off delle attività di gestione dell’infrastruttura rispetto alle altre attività». In questa frase c’è anche la garanzia richiesta dalla Procura di Bari, che vede salvaguardata la sua linea di rigore rispetto all’indagine sul saccheggio ormai in fase avanzata. I magistrati hanno rinunciato a chiedere il fallimento «qui e ora» (l’udienza è stata infatti rinviata al 20 gennaio, cioè a valle dell’acquisizione), ma la richiesta del concordato implica una dichiarazione di dissesto che consentirà alla Procura di contestare agli indagati (ormai più di 15) anche la bancarotta fraudolenta.
Ieri il futuro delle Sud-Est è stato oggetto di una riunione romana nella sede del ministero delle Infrastrutture. Il decreto di Graziano Delrio prevede il trasferimento delle quote societarie entro 5 giorni dal parere dell’Antitrust, che è stato emesso il 17 ma non ancora pubblicato sul bollettino: prevede di «non procedere all’avvio dell’istruttoria» sull’acquisizione di Fse da parte di Fs, perché «essa non dà luogo a costituzione o rafforzamento di posizione dominante». L’Autorità garante del mercato ha dunque cambiato radicalmente opinione rispetto alla segnalazione al parlamento del 26 ottobre, in cui invece si paventava il rischio di monopolio. Tuttavia l’amministratore delegato del gruppo Fs, Renato Mazzoncini, la scorsa settimana aveva annunciato ai sindacati che avrebbe proceduto all’acquisizione anche senza l’ok dell’Authority.
L’operazione passa dunque alla fase operativa. In queste ore si discute del concordato preventivo, che dovrebbe prevedere la creazione di una bad company con i debiti (da liquidare): tolti i 70 milioni messi dallo Stato, Fs dovrebbe farsi carico di circa 120-130 milioni di passività, con l’obiettivo di ripianarle in 3-4 anni attraverso gli utili di gestione. I creditori «buoni» (quelli, cioè, non sospettati di aver contribuito alla bancarotta) otterranno somme molto vicine alla totalità del credito, con la promessa però del pagamento immediato.
Per quanto riguarda la governance, l’accordo - non ancora consolidato - prevede la chiusura della fase commissariale con la creazione di un consiglio di amministrazione da 5 componenti. Il commissario Andrea Viero è in uscita, ma rimarrà fino al 30 gennaio per gestire la fase di transizione. Dovrebbe rimanere anche il suo vice Domenico Mariani, barese, che sembra destinato alla carica di presidente non operativo. Il gruppo Fs nominerà un amministratore delegato: dovrebbe trattarsi di Mariella Polla, attuale direttore regionale di Trenitalia. Un ritorno al passato, per certi versi, perché ai tempi delle gestioni commissariali ante-2001 Trenitalia ha già guidato Sud-Est con un proprio manager: si chiamava Luigi Fiorillo.