Trasporti
Ferrovie Sud Est, assemblea dei soci firma passaggio a Fs
salvataggio della società L'assemblea dei soci dice sí all'acquisizione. Ora il decreto del ministro Delrio
Entro tre mesi la società Ferrovie Sud-Est diventerà una controllata di Ferrovie dello Stato Italiane (Fsi). L'assemblea dei soci che si è tenuta a Roma nella sede del ministero delle Infrastrutture ha approvato la proposta, presentata dal commissario di Fse, Andrea Viero, di trasferimento della società al gruppo ferroviario statale. È stato poi il Consiglio d’amministrazione di Fsi a discuterne in un Consiglio d’amministrazione, che si è espresso a sua volta favorevolmente, dando il via libera all’operazione.
Perchè la procedura si perfezioni serve adesso un decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. È in questo decreto che verranno indicati modalità e criteri dell’operazione ai quali attenersi. Il decreto è in corso di stesura e dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti. L'assemblea dei soci di Fse, però, non è stata chiusa perché non si è discusso della ricapitalizzazione: si riprenderà lunedì o martedì quando, con il decreto di trasferimento firmato e registrato, si potrà formalmente avviare la cessione delle azioni al gruppo Fsi e, a quel punto, la continuità aziendale sarà garantita dalla nuova capogruppo. Ferrovie Sud-Est non sarà quindi smembrata, ma rimarrà formalmente autonoma con un proprio cda (a guidarlo sarà sempre lo stesso Viero) che risponderà a Ferrovie dello Stato. Sostanzialmente si tratta di un trasferimento tra soggetti pubblici, perché il gruppo Fsi è di proprietà del ministero dell'Economia.
L'assemblea dei soci di Fse, dunque il ministro Delrio, ha anche approvato l'azione di responsabilità nei confronti dell'ex amministratore Luigi Fiorillo e degli ex dirigenti responsabili del buco di bilancio: verrà dunque avviata una nuova azione civile che si aggiunge a quelle della Corte dei Conti e della Procura di Bari.
Sembra così volgere a buon fine la «missione» che lo stesso Delrio aveva avviato ponendosi l’obiettivo di evitare a tutti i costi il fallimento di Ferrovie del Sud Est e che lo aveva portato sin dalla prima ora, incontrando l’amministratore delegato del gruppo Fs, Renato Mazzoncini, a considerare ottimnisticamente «già concluso» l’accordo per il trasferimento di Fse al gruppo Fs.
Già a margine di quell’incontro di vertice era apparso chiaro che si procedesse verso una definizione sollecita. Si ipotizzò allora addirittura il 13 settembre come data possibile di definizione delle questioni e già in quell’occasione si capì che non si sarebbe potuto procedere se non nel recinto di due scenari possibili: con il conferimento, ovvero la soluzione che sostanzialmente è stata preferita, Fse sarebbe rimasta formalmente autonoma e Viero, attualmente commissario, confermarto presidente. L’alternativa, poi evidentemente ritenuta meno percorribile, sarebbe stata una fusione per incorporazione, ma in questo caso si sarebbe arrivati allo spacchettamento dei servizi (trasporto gomma e trasporto ferro) nelle rispettive divisioni di Trenitalia per il ferro e Busitalia per la gomma.
«Ho scoperchiato un verminaio - aveva detto il ministro Delrio commentando nell’immediatezza le notizie provenienti da Bari e in particolare la richiesta di fallimento depositata dalla Procura del Tribunale a fronte di una consulenza tecnica sui conti delle Sud-Est - e intendo andare fino in fondo. Il governo ha voluto una legge per far fronte all’emergenza delle Sud-Est, e quella legge verrà applicata e rispettata. Si colpisca e si punisca chi ha sbagliato. Ma la società non può fallire perché metterebbe nei guai il personale, i fornitori e le centinaia di migliaia di utenti».
Rimangono in buona sostanza respinte le proposte dei privati, che avevano manifestato attenzione all’acquisizione di Fse. Risultavano depositate le manifestazioni di interesse da parte della Tecnomatica di Foggia e delle cordate formate da Cotrap, Arriva e Ferrotramviaria, e da ultimo anche da Casillo, Exprivia, Debar e Gts. Il «no» tuttavia era già stato pronunciato giacchè la procedura di possibile passaggio di mano della società Fse da mano pubblica a mano privata avrebbe richiesto una procedura a evidenza pubblica, cui sarebbero necessariamente seguite la valutazione e la comparazione delle offerte. Procedure dai tempi troppo lunghi rispetto alle necessità del caso. [m. sca.]