Uno studio dell'Aiga
Avvocati, giù iscritti e redditi «Senza specializzazione...»
Chi se la passa peggio sono le toghe si età compresa tra i 24 e i 29 anni: in media 5.542 euro l'anno ai fini Irpef
di GIOVANNI LONGO
BARI - Guadagnano meno. Diminuiscono come numero di iscritti. E per le donne e i giovani la vita da avvocato è ancora più dura rispetto agli altri colleghi. È la fotografia scattata dall’Associazione italiana giovani avvocati Puglia, che ha realizzato uno studio su come negli ultimi cinque anni si sono evoluti redditi e iscrizioni di una professione che, pare, eserciti rispetto al recente passato sempre meno fascino. Dati e cifre sono impietose. Nel 2014 in Puglia più di un avvocato su cinque (il 22%) non ha presentato il «modello 5» (il modulo da inviare alla Cassa Forense sui redditi dichiarati nell'anno) o ha dichiarato un reddito negativo (in ragione delle detrazioni). Così su quasi 22mila posizioni, la media del reddito medio Irpef per nove avvocati su dieci supera di poco i 10mila euro. Solo il 9% (1.925 professionisti pugliesi) possono vantare un reddito medio di oltre 110mila euro. Di questi, i Paperon de’ Paperoni (oltre mezzo milione di euro) sono solo in 30. Il reddito medio Irpef supera di poco i 20mila euro (con le donne che guadagnano meno della metà degli uomini, 12.600 euro contro i 28.500 dei colleghi maschi), a fronte di una media nazionale di 37.500 euro.
Tra i dati più significativi la recente inversione del reddito complessivo Irpef dichiarato dagli avvocati pugliesi. Dal 2010 (375mila) al 2013 (423mila) è sempre aumentato anche se anno dopo anno in percentuali più basse. Sino all’inversione di tendenza registrata nel 2014 (-0,1%), la prima volta di un segno meno. Tutto questo in un contesto in cui calano gli iscritti all’Albo e i praticanti.
«Le cause - osserva l’avvocato Francesco Paolo Perchinunno, coordinatore regionale dell’Aiga - vanno ricercate anche nella tendenza da parte dello Stato a ridurre il ricorso dei cittadini alla giurisdizione, penso all’aumento del contributo unificato da pagare per intentare una causa o alla soppressione delle sedi distaccate dei Tribunali. Va detto che il numero degli avvocati è comunque superiore rispetto alla effettiva domanda. Il contesto generale poi, contribuisce. I numeri dimostrano che stiamo vivendo una crisi economica e professionale. La nostra categoria (per la sua gran parte) è ben lontana da standard economici dignitosi. Con difficoltà in particolare per le donne, i cui redditi appaiono costantemente inferiori a quelli degli uomini».
Ieri se ne è discusso anche a Roma dove l’Aiga, presieduta al livello nazionale dall’avvocato foggiano Michele Vaira, ha celebrato mezzo secolo di vita.
«Come Aiga regionale - prosegue Perchinunno - chiediamo alla Regione di finanziare progetti formativi, con l’obiettivo di riconvertire competenze dei legali svincolandosi dal contenzioso per uscire, in un certo senso, dai Tribunali. L’obiettivo deve essere creare la figura di un professionista a tutto tondo e cioè di un consulente legale. Nelle aziende sta già prendendo piede come un vero asset. Occorrono, però, competenze specifiche e una formazione che né università, né la pratica negli studi possono offrire. Pensiamo alle opportunità nel settore legale che turismo e agroalimentare possono rappresentare per il nostro territorio».