Lettera al ministro Guidi e a Ue
Ilva, controffensiva dei Riva ai commissari: mai violato Aia
Riva Fire contesta l'affermazione degli organi straordinari nella Relazione sulle cause dello stato di insolvenza pubblicata sul siderurgico
ROMA - Due lettere, datate 8 marzo, sono state inviate da Riva Fire (Finanziaria Industriale Riva Emilio) ex azionista di Ilva, al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi e al capo della Direzione Ue alla Concorrenza, Margarethe Vestager. Nelle due lettere si contestano «una ricostruzione" della vicenda Ilva fatta dai Commissari straordinari «gravemente erronea» e «in aperto contrasto con precise risultanze documentali».
In particolare, secondo quanto risulta all’ANSA, Riva Fire ribadisce di non aver mai violato le norme ambientali previste dall’Aia come invece affermano i Commissari Straordinari nella Relazione sulle cause dello stato di insolvenza pubblicata sul sito dall’Ilva.
Gli ex azionisti di Ilva chiedono quindi al Ministro Guidi, cui compete la sorveglianza sulla procedura amministrativa straordinaria di Ilva, «di ingiungere ai Commissari Straordinari di procedere all’immediata rettifica» e di togliere «ogni riferimento alle presunte - e in realtà insussistenti - violazioni dell’Aia». I Riva contestano anche il comportamento dei Commissari Straordinari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba che, «da ricorrenti notizie di stampa», accrediterebbero, sempre in tema di rispetto della normativa ambientale prevista dall’Aia, «anche in sede giudiziaria una ricostruzione degli eventi palesemente smentita da ampia e concordante documentazione in loro mani». Insomma, a dire dei Riva, i Commissari Straordinari, mentirebbero sapendo di mentire e questo allo scopo di «rimuovere gli ultimi ostacoli che ancora impediscono al Governo il conseguimento del tassello conclusivo del disegno dell’esproprio di fatto da noi ingiustamente subito».
Per Riva Fire tutto ciò è da considerarsi «gravemente lesivo" del loro diritto alla difesa. Comportamenti di cui, riterranno "direttamente responsabile il Ministero dello Sviluppo Economico, anche nelle sue articolazioni funzionali» in ogni sede «anche sovranazionale».
Quanto ai tre Commissari, sembra che su questi i Riva difficilmente potrebbero rivalersi. Le norme degli ultimi due decreti Salva-Ilva infatti hanno creato una sorta di "salvacondotto» civile e penale per tutti gli atti commessi dai tre funzionari nell’esercizio delle attività relative alla gestione dell’Amministrazione Straordinaria.
Nella documentazione fornita da Riva Fire a sostegno delle sue affermazioni, vengono citate le affermazioni dei periti nominati dal Gip di Taranto, quelle del Ministero dell’Ambiente e del Garante dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’Ilva di Taranto. Quest’ultima autorità - si legge nelle due lettere - "nel giugno del 2013, proprio alla vigilia dell’ammissione di Ilva Spa alla procedura di commissariamento, ha espressamente riconosciuto l’assenza di violazioni dell’Aia, da parte di Ilva Spa, che potessero giustificare una richiesta di commissariamento»