Brasile - Disastro aereo, 200 morti
SAN PAOLO (Brasile) - Ci sono almeno 200 morti nel disastro aereo di San Paolo del Brasile, dove un Airbus A-320 della compagnia brasiliana Tam con 176 persone a bordo, in atterraggio all'aeroporto Congonhas sotto una pioggia battente, è slittato sull'asfalto, è uscito dalla fine della pista, sorvolando a pochi metri d'altezza la trafficata autostrada che passa sotto nel tentativo di risollevarsi in volo, e si è schiantato in una nuvola di fuoco contro un grande hangar adiacente a una stazione di rifornimento carburante.
Finora, a 12 ore dalla tragedia, sono stati recuperati almeno 55 cadaveri carbonizzati, mentre i 150 vigili del fuoco su 50 mezzi stanno ancora combattendo con le fiamme che hanno ripreso vigore qualche ora fa. Le immagini tv dopo l'impatto mostravano fiamme altissime, oltre 10 metri. I vigili del fuoco hanno impiegato ore prima di potersi avvicinare alla carcassa dell'aereo, dove la temperatura aveva superato i 1.000 gradi.
«Lì ci sono 200 morti», ha detto il capo dei vigili del fuoco della più grande megalopoli del Sud America, ma le vittime potrebbero anche essere di più, visto che tutti escludono che sull'aereo possano esserci sopravvissuti.
Alle 176 persone sul volo 3054 della Tam decollato da Porto Alegre, nel sud del Brasile, si devono infatti aggiungere le vittime all'interno dell'hangar e negli edifici adiacenti, che, secondo diverse testimonianze, erano «pieni di gente». Testimoni oculari hanno riferito di persone che si lanciavano dalle finestre avvolte dal fuoco e di decine di cadaveri carbonizzati tutt'intorno.
La Farnesina, in stretto raccordo con il consolato di San Paolo, sta svolgendo le opportune verifiche per accertare l'eventuale coinvolgimento di connazionali nella sciagura aerea.
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha decretato tre giorni di lutto nazionale e ha assicurato che «saranno effettuate tutte le indagini necessarie per dare una spiegazione» alla tragedia.
Da Parigi il costruttore del velivolo, il consorzio europeo Airbus, ha annunciato di aver inviato a San Paolo cinque suoi tecnici per partecipare all'inchiesta, fornendo «tutta l'assistenza tecnica richiesta dalle autorità brasiliane».
Il disastro, il più grave nella storia dell'aviazione civile brasiliana, è avvenuto alle 18.45 locali di ieri, le 23.45 in Italia. «Gira, gira, gira», sono state le ultime parola del pilota dell'Airbus prima che l'aereo si schiantasse, secondo quanto riferito dal governatore di San Paolo, Josè Serra.
Dopo il disastro, l'aeroporto Congonhas, riservato ai voli interni, è stato chiuso e tutti i voli sono stati dirottati sull'aeroporto internazionale di San Paolo, che si trova a 40 km circa dalla città. Congonhas sorge invece in mezzo all'abitato e in passato si sono avuti diversi incidenti dovuti proprio allo spazio limitato in cui gli aerei sono costretti a manovrare.
La pista principale dell'aeroporto, teatro del disastro dell'Airbus, era stata riaperta venti giorni fa dopo due mesi di lavori, ma non era ancora ultimata. Mancavano le scanalature che avrebbero dovuto impedire l'accumulo di acqua piovana, la causa più probabile dell'incidente odierno.
Proprio due giorni fa un Atr-42 della compagnia brasiliana Pantanal era scivolato e finito fuori pista, senza conseguenze, per la pioggia. La pista è stata riaperta proprio ieri.
Si tratta del secondo grave incidente aereo in Brasile in meno di un anno: il 29 settembre 2006 un Boeing 737 della compagnia low cost brasiliana Gol toccò in volo un piccolo aereo privato statunitense sopra il Mato Grosso e si schianta sulla foresta amazzonica. I morti furono 154 e fino ad oggi quello era stato la più grave sciagura aerea del Brasile.