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Nell’ospedale di san Pio la triste favola della bimba nata e affidata al primario

Nell’ospedale di san Pio la triste favola della bimba nata e affidata al primario

 
Nell’ospedale di san Pio la triste favola della bimba nata e affidata al primario

Sabato 26 Ottobre 2013, 08:52

03 Febbraio 2016, 03:49

di Francesco Trotta

SAN GIOVANNI ROTONDO (fOGGIA) - La sala rianimazione è al primo piano del grande ospedale voluto da san Pio (che starà sorridendo dell’alto del Cielo per questa bellissima storia). La stanza dove giace nel letto da ormai sei anni un piccolo angelo di nome Donatella è in fondo a destra del corridoio del reparto rianimazione I (la zona è off limits). Chi l’ha vista, la stanza, dice che è zeppa di giocattoli e bambole. La piccola - che è stata affidata di recente all’ospedale (che ne aveva fatto richiesta) dal Tribunale per i Minorenni di Bari, che ha nominato tutor il primario del reparto rianimazione, professor Giuseppe Melchionda - è diventata l’emblema dell’inno alla vita e all’amore verso il prossimo. Di fatto abbandonata dai suoi genitori biologici, impediti ad occuparsi di lei a causa di gravi problemi economici, è stata presa in affido da Casa Sollievo. A farle compagnia, oltre all’amorevole cura di suor Noemi Sassanelli, la caporeparto, la mamma-suora, sulle pareti le figure di Biancaneve ed i sette nani, la foto di san Pio (non poteva mancare) e della Madonna di Fatima. Ci sono anche una schiera di angioletti, una sua fotografia e tutto l’armamentario medico sanitario per tenere in vita questa fragile creatura di Dio, affetta da una rara sindrome, denominata di Bruck, che comporta una deformazione degli arti e una aspettativa di vita molto breve. Ma intanto ha già compiuto il sesto anno di vita. Che fa ben sperare per il futuro, che quantomeno non appare segnato … Anzi … C’è anche la tv, con la quale la piccola interagisce. È attaccata al respiratore che la tiene in vita. Viene alimentata artificialmente. E’ lì dal 26 ottobre del 2007. Qualcuno la portò in ospedale quando aveva appena nove mesi di vita. In Casa Sollievo si accorsero subito dei suoi problemi respiratori e la ricoverarono in sala rianimazione. Poi scoprirono la sua sindrome. In sostanza è lì da quando è nata. Accudita da un intero reparto. Il 21 giugno 2009 Papa Benedetto XVI in visita a Casa Sollievo l’ha benedetta dopo averla accarezzata. È il primo pensiero di medici ed infermieri quando entrano in servizio, al mattino e al pomeriggio. Indossano il camice e piombano da lei per un saluto. Tutte le mattine anche il direttore generale Crupi telefona per sapere come sta. Suor Noemi Sassanelli, raccontano, durante la giornata non le si stacca un minuto. Le prende la mano, un gesto semplice, ma di grande efficacia perché è il mezzo attraverso il quale a Donatella viene «iniettato» quel calore di cui ne ha tremendamente bisogno. Dopo ottenimento dell’affido, ora in Casa Sollievo puntano all’adozione. È già partita a tal proposito la procedura. Nel reparto tutto è ovattato: c’è un silenzio profondo che scuote le coscienze. A tratti appaiono camici verdi. Il primario Melchionda non c’è. «È andato via poco fa», dicono. Manca anche suor Noemi. I «nuovi genitori» della piccola malata non ci sono. Arriva Lucia Di Cosmo, la coordinatrice. «La bimba? È di là, ma non si può entrare» dice. «Mi dispiace», aggiunge. «Come sta? Bene … Di dov’è? Diciamo della zona».Le notizie vengono rilasciate col contagocce, per ragioni di riservatezza. Dall’ufficio stampa dell’ospedale ci tengono a sottolineare che l’affido della bimba riguarda tutta Casa Sollievo della Sofferenza. Su Donatella gli attestati di affetto arrivano copiosi, anche da «fuori». Un grazie di recente è stato girato alla GA&A Productions nella persona del presidente Massimo Peri per aver inviato in regalo alla piccola la serie completa del suo cartone preferito «Babar». Non solo: la classe IV sezione A della scuola elementare «San Giovanni Bosco» di Rignano Garganico ha raccolto fondi per garantire alla piccola Donatella tutto quello di cui ha bisogno.
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