L'INDAGINE
«Puglia, regione col maggior numero di palestre per la scuola primaria»
Il focus: «L'incidenza di accesso ai luoghi per l'attività motoria è del 71.8%. Basilicata indietro al 21.1%». Ma in 10 anni il Sud perde mezzo milione di alunni
È la Puglia la regione con il maggior numero di palestre a disposizione di scuole primarie: le 726 scuole primarie possono, infatti, accedere a 521 palestre per una percentuale del 71,8%». Lo evidenzia una indagine di Tuttoscuola, che si chiede: «Dove svolgeranno l’attività settimanale di educazione motoria nella scuola primaria i docenti specialisti nominati dalle graduatorie della secondaria? In quali palestre o locali all’uopo adattati?. La verifica condotta sui dati dell’Anagrafe dell’Edilizia scolastica per l'a.s. 2020-21, pubblicati sul Portale dati del Ministero dell’Istruzione, fornisce un quadro piuttosto critico». Seguono la Toscana con il 63,3% di palestre disponibili, la Liguria con il 52,9%, sino alla terzultima percentuale di palestre disponibili in Basilicata: il 21,1%.
«Nonostante la situazione più che positiva della Puglia, le regioni del Sud non raggiungono il 35% di scuole primarie con palestre; le Isole con 494 palestre per 1.864 scuole non raggiungono il 27%. Meglio il Nord Ovest con 1.761 palestre disponibili per 3.855 plessi» evidenzia nella sua analisi il portale di informazione educativa, il quale sottolinea una criticità: «Gli studenti che entrano in classe in questi giorni sono molti meno del passato. In 10 anni sono stati persi il 10 per cento degli alunni (-858 mila). Tra questi, oltre mezzo milione in meno nel Mezzogiorno (-15%)».
Tornando sul tema dell'educazione motoria Tuttoscuola rileva la novità dell'anno scolastico: «Oltre mezzo milione di alunni delle quinte classi di scuola primaria, da quest’anno avranno un professore di educazione motoria che viene dalla scuola secondaria per due ore alla settimana. Ma sui nuovi prof supplenti ,in attesa del concorso per l’assunzione di circa 4.500 docenti che dal 2023 insegneranno anche nelle classi quarte, incombe un rilevante pendolarismo». Centinaia di loro, secondo i calcoli di Tuttoscuola, «dovranno dividersi ognuno tra sei scuole diverse».