Il caso

Lo «Ius scholae» divide, in Puglia e Basilicata sperano 23mila minori

Marisa Ingrosso

Inizia l'esame della proposta di legge che sta spaccando la maggioranza al governo

BARI - L’Aula della Camera inizia l’esame della proposta di legge sullo ius scholae (dal latino «diritto in base alla scuola»; ndr) e nella maggioranza di governo iniziano i «mal di pancia». Il testo permetterebbe l’acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o che vi sia arrivato da bambino (entro il compimento del dodicesimo anno di età) e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese, qualora abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli di scuola presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Migliaia in Puglia e Basilicata Tra Puglia e Basilicata, un provvedimento del genere potrebbe cambiare la vita a circa 23mila minori. Infatti, considerando il Censimento permanente della popolazione dell’Istat al 1° gennaio 2021, in Puglia ci sono 134.440 stranieri (68.893 maschi e 65.547 femmine) e rappresentano il 3,4% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 22,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'Albania (16,2%) e dal Marocco (7,9%).

Considerando gli scaglioni d’età utilizzati dall’Istat, si possono considerare i 7.331 stranieri che hanno età compresa tra i 5 e i 9 anni, i 6.434 che hanno tra i 10 e i 14 anni e i 5.960 che hanno tra i 15 e 19 anni (al netto dei maggiorenni). Gli stranieri residenti in Basilicata al 1° gennaio 2021 sono 22.011 (11.171 maschi e 10.840 femmine) e rappresentano il 4,0% della popolazione residente. E, come nel caso della Puglia, la comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 34,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita da Albania (10,6%) e Marocco (8,6%).
I minori potenzialmente interessati dallo ius scholae sarebbero circa tremila, considerando che nella fascia 5-9 anni vivono in Basilicata 1.127 piccoli di origini straniere, 994 nella fascia 10-14 e 1.122 tra i 15 e i 19 anni.

Occhi puntati sul parlamento Ma, come si diceva, l’iter per lo ius scholae è tutt’altro che certo. A salire sulle barricate ieri è stata la Lega con Matteo Salvini che ha riunito i deputati e ha consegna al capogruppo Riccardo Molinari un messaggio di avviso al presidente del Consiglio Mario Draghi: «Il governo si occupi del rincaro del gasolio o è difficile restare». Giorgia Meloni ha annunciato la richiesta del suo partito a stralciare dall’esame di Montecitorio provvedimenti: «Provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-Cinquestelle ormai lontana anni luce dal mondo reale».
Posizioni più «plurali» in Forza Italia, dove comunque il capogruppo alla Camera Paolo Barelli ha chiesto «non ci siano forzature d’Aula».

Proprio in Aula dalla prossima settimana si inizieranno a votare i testi. Bisognerà trovare una mediazione, se si anticipare l’integrazione ponendo al centro la dimensione scuola. Anticipare perché, come è noto, in Italia vale lo ius sanguinis (è italiano chi nasce da almeno un genitore in possesso della cittadinanza e ne «eredita il sangue») e gli stranieri, che arrivano nel Paese, possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano. I loro figli, invece, devono aspettare il compimento della maggiore età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente qui dalla nascita. [@MrsIngr]

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