Treni

Bari-Pescara, Amati: «Raddoppio binario ma i treni devono andare più lenti. Regione si prepari a impugnare»

Redazione online

«Quante cose strane siamo costretti a sopportare... il paradosso dell’alta velocità per andare più lenti. I lavori saranno realizzati per il raddoppio del binario sulla tratta Pescara-Bari, ma le prescrizioni ambientali dicono che i treni devono andare più lenti. Il motivo? Per evitare impatti con la fauna selvatica». È questo il cuore della nota diffusa dal Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando il parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS sui lavori relativi alla linea ferroviaria Pescara-Bari, raddoppio tratta Termoli-Lesina.

«Insomma - continua - decidiamo con una legge dello Stato che è una buona pratica agricola (biodinamica) uccidere i cervi per asportare vesciche e riempirle di fiori di achillea, e rallentiamo i treni per evitare che gli uccelli mutino l’habitat. Una decisione che lascia sbalorditi. Se è dunque vero ciò che ci diciamo continuamente sull’alta velocità, e non ho motivo di dubitarne, chiedo alla Giunta regionale di notificare la volontà d’impugnare gli atti finali qualora la prescrizione dovesse essere confermata. L'ideologia ecologista, senza cultura e con mille pregiudizi, finisce per suggerire alle pubbliche amministrazioni esiti paradossali. Da un lato si riconosce con legge dello Stato l’agricoltura biodinamica, cioè quella pratica che prevede l’asportazione delle vesciche di cervo maschio per poi riempirle di fiori di achillea, e dall’altro si propongono limitazioni di velocità ai treni per non impattare con la fauna selvatica. E tutto questo dimenticando che, mentre la decisione di uccidere i cervi non lascia scampo ai poveri animali, contro un treno che corre la fauna selvatica ha mille possibilità d’adattamento, come accade in migliaia di contesti in cui si ricombinano natura e trasformazione.
Considerata dunque l’irragionevolezza della prescrizione contenuta nel parere della Commissione tecnica, mi pare coerente che la Regione Puglia sollevi formalmente la questione ai Ministeri competenti e si adoperi nel proporre impugnazione dinanzi al Tar qualora la prescrizione dovesse essere confermata negli atti finali.
In questo senso sono certo che verrà il sostegno della Fondazione “L’isola che non c’è” e del suo presidente Franco Giuliano, unici ad aver sollevato negli anni la questione della velocità ferroviaria, magari scattando una foto di tutti noi mentre sorreggiamo il cartello ‘impugno per treni più veloci’».

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