Diritti

Agricoltura, al via in Puglia le stagioni di raccolta: allarme per i lavoratori stranieri

Redazione online

Accoglienza, trasporti, intermediazione: le paure della Cgil

Bari - «Quanto accaduto a Torre Antonacci fa il paio con i colpi d’arma da fuoco dello scorso agosto contro un lavoratore nigeriano che si recava nei campi in bici e alle troppe vittime provocate da incendi di baracche, causati dall’uso di bombole a gas o stufe elettriche, ultimo in ordine di tempo quello di ieri a Borgo Mezzanone. Questi insediamenti spontanei non sono luoghi salubri, non sono sicuri, generano l’attenzione della criminalità locale per le dinamiche economiche che naturalmente sviluppano. Da troppi anni chiediamo di affrontare il tema dei ghetti e predisporre accoglienza dignitosa per i lavoratori stranieri. Il Governo nazionale deve farsene carico e affiancare la Regione nel trovare soluzioni idonee». Sono le parole dei segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Flai regionale, Antonio Gagliardi.

Stagioni di raccolta al via. Il problema dell'accoglienza - «Diventa necessario ripetere concetti espressi chissà quante volte. Stiamo parlando di lavoratori che contribuiscono alla ricchezza del settore primario in Puglia, che magari sono residenti da anni in Italia e per molti solo leggi restrittive nate sull’onda di uno strisciante populismo, hanno sottratto diritti e la possibilità di rivendicarli. Serve a poco invocare sgomberi: ricordiamo come Borgo Mezzanone o altri ghetti sono la dimostrazione che quella massa di lavoratori immigrati senza alloggio impiega pochissimi giorni a far sorgere altrove insediamenti simili», affermano i dirigenti sindacali. «Siamo a ridosso dell’ennesima grande stagione di raccolta e le soluzioni messe in campo è evidente che erano e sono insufficienti per dare risposte a tutti i lavoratori. La Regione è impegnata sul versante del contrasto alla pandemia ma allo stesso modo, e proprio in virtù della diffusione del virus, occorre lavorare con urgenza a interventi per i prossimi mesi, che vedranno arrivare in Puglia anche moltissimi stagionali».

I numeri - Lavoratori stranieri fondamentali per il settore primario nella nostra regione: nel 2020 gli iscritti negli elenchi anagrafici dell’Inps erano 32.341 su 166mila operai agricoli totali, per 2,7 milioni di giornate. Oltre un terzo di loro, il 35 per cento, non riesce a raggiungere però le 50 giornate di lavoro, un dato che fa dire a Cgil e Flai della presenza di tanto grigio che si somma al diffuso lavoro nero. «Negli ultimi anni il numero di giornate denunciate è aumentato, anche a fronte della riduzione dei lavoratori iscritti negli elenchi – commentano Gesmundo e Gagliardi –, a conferma che la legge 199/2016 qualche effetto deterrente l’ha ottenuto. Ma persiste il fenomeno di registrare molte meno giornate a fronte di quelle effettivamente svolte, se si pensa che tutta la campagna del pomodoro e del melone il Puglia è fatta da lavoratori stranieri. Così si spiega quel dato di un terzo degli iscritti che non raggiunge le 50 giornate nell’anno».

E che il tasso di irregolarità resti elevato lo dimostrano i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, fermi al 2019. In Puglia le imprese oggetto di ispezioni sono state 1.538, a fronte delle 78mila imprese attive. Il 55,2% risultava non in regola. Mentre le irregolarità emerse dalla vigilanza tecnica salgono quasi al 90%. Di contro è ancora basso il numero di imprese che aderisce la Rete agricola del lavoro di qualità, lo strumento introdotto proprio dalla Legge anticaporalato: per quanto la Puglia sia prima in Italia tra le regioni, il dato è fermo a 1.158 imprese iscritte. I nodi della rete dovrebbero essere il luogo dove costruire quei percorsi di regolarizzazione dell’intermediazione, del trasporto, dell’accoglienza, ma se le imprese lo boicottano permettono che si perpetuino condizioni insostenibili come quelle dei ghetti. «È necessario che sia la Regione che l’Inps - sede istituzionale dove è attiva la cabina di regia della Rete del lavoro - predispongano tavoli di confronto in tempi rapidi affinché queste problematiche possano essere affrontate».

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