Politica
Michele Emiliano e Antonio Decaro, sfida tra i «big» della sinistra
Una corrente di Decaro nella civica di Emiliano «Con»?
Le «vite parallele» dei progressisti pugliesi come un classico di Plutarco. La sinistra regionale, vittoriosa dal 2004, ha sempre vissuto di dicotomie: l’ultima è quella tra i due leader Michele Emiliano e Antonio Decaro, il primo governatore con una coalizione che supera i confini del tradizionale centrosinistra e il secondo, sindaco di Bari e presidente Anci, con un amplissimo consenso trasversale e giovanile che ribalta gli stereotipi antipopolari sul Pd, «partito della Ztl».
Dalla Regione smentiscono attriti, ma i dualismi a sinistra sono ricorrenti dal 2004: prima Nichi Vendola contro Francesco Boccia, poi il conflitto a bassa intensità tra lo stesso Vendola e Michele Emiliano, con le spigolature (inevitabili) superate dai successi senza pause ottenuti dalle alleanze irregolari costruite in questi lustri. Dal dualismo alla contrapposizione il passo potrebbe essere breve, ma non è il caso di Emiliano e Decaro. I due, infatti, vivono simbioticamente dal 2004: il primo cooptò il secondo come assessore alla Mobilità urbana e al traffico nella prima giunta barese, e poi ne ha accompagnato la crescita come consigliere regionale, deputato e sindaco. Hanno un rapporto franco, qualche dissenso (più acuto ai tempi del renzismo in auge), ma tutto si ricompone grazie a una sintonia rara in politica, coniugata a una amicizia autentica, vissuta con la giusta distanza.
Nelle ultime regionali, però, i due amici si sono contati sulle candidature nel Pd: Decaro, che ha sostenuto su tutto il territorio con la rete dei municipi Emiliano, ha candidato il suo vicecapo di gabinetto, Francesco Paolicelli, risultato il più votato in Puglia - 25mila preferenze -, mentre il governatore ha investito sul giovane dirigente Domenico De Santis, suo consigliere (arrivato quarto, entrerà in Consiglio a luglio, dopo aver vinto il ricorso amministrativo). Alla fine, ancora una volta, la contesa non ha registrato sconfitti.
Le vite parallele di Michele e Antonio potrebbero però registrare una divaricazione negli scenari futuri: Emiliano ha dichiarato di puntare al terzo mandato come presidente della Regione, chiudendo così la strada a un possibile obiettivo del sindaco di Bari. Ma Decaro ha altre possibilità: negli ultimi anni, ha consolidato una autorevolezza nazionale con la presidenza Anci, è riuscito ad avere un proficuo filo diretto con Palazzo Chigi nel Conte uno, nel Conte due e anche con Mario Draghi. A livello romano dem è espressione della «sinistra municipale», un’area non formalizzata composta da una miriade di primi cittadini progressisti che in giro per l’Italia lo riconoscono come front-man di una estrazione amministrativa, dal referendum del 1993 diventata la prima linea della politica, mai intaccata dalle sirene dell’anticasta. Il suo prossimo bivio (post Comune di Bari) sarà - al momento - tra Roma (il ritorno in parlamento) o l’approdo a Bruxelles come eurodeputato.
Nel magma del centrosinistra pugliese, tramontata la stella del nuovo partito di Giuseppe Conte (ripiegato nel progetto ostico della rifondazione 5S), in tanti sono alla ricerca di «riferimenti». E così fa notizia la visita dei consiglieri regionali di «Con» Antonio Tutolo (ex sindaco di Lucera) e Alessandro Leoci a Palazzo di Città da Decaro. Le indiscrezioni su una possibile fronda o corrente decariana in formazione alla Regione sono definite «prive di fondamento» dall'entourage del sindaco, ma è innegabile come in una fase convulsa della politica nazionale e locale, il presidente Anci sia considerato una risorsa ancora non pienamente utilizzata, qualcuno lo definisce addirittura «uno degli assi della manica» della sinistra, insieme agli amministratori nordisti Giorgio Gori e Stefano Bonaccini. E di questo ne è sicuro anche il segretario Enrico Letta, con cui i contatti sono frequenti.