Lotta al virus
Effetto Covid in Basilicata: precipita l'occupazione giovanile, -11%
Secondo i dati di Confartigianato, situazione migliore in Puglia
La pandemia ha dato un duro colpo all’occupazione giovanile. Il calo degli occupati under 35 in Basilicata dal primo lockdown a dicembre 2020 ha raggiunto il 10,9% (peggio della Basilicata solo la Calabria con l’11,2%). Decisamente meglio in Puglia che ha registrato il meno 3,7%. Il Centro Studi di Confartigianato ha «scavato» nei dati annuali pubblicati dall’Istat che certificano come nell’anno del Covid la crisi del lavoro ha maggiormente colpito il segmento dei giovani. A fronte di una flessione dell’occupazione del 2%, il calo degli occupati giovani under 35 è pari al 5,1%. In chiave territoriale più colpiti i giovani nel Mezzogiorno che diminuiscono del 6,9% mentre il totale degli occupati della ripartizione diminuisce del 2%, in linea con il trend nazionale. Sono dati che – spiegano dal Centro Studi Confartigianato – hanno un peso negativo maggiore tra i lavoratori autonomi del Sud come i titolari di laboratori e microimprese artigiane. Nel Mezzogiorno si segnala infatti la maggior presenza di lavoratori indipendenti, il 24,7% degli occupati contro il 22,5% media nazionale, con la Basilicata che tocca quota 26,2% e la Puglia il 25%.
«Il rapporto posti annullati dalla crisi – spiega Rosa Gentile delegata nazionale ai Movimenti Giovani e Donne di Confartigianato – è di quasi tre “autonomi” rispetto ad un lavoratore dipendente. Il nostro Centro Studi non si limita a quantificare i giovani espulsi dal mercato del lavoro e – aggiunge – mette il dito nella “piaga”, vale a dire la difficoltà di reperire una serie di figure professionali. È un autentico paradosso: calo occupati ma assunti più difficili da reperire».
Nel Mezzogiorno è più difficile reperire soprattutto operai manifatturieri. In tutto il Sud entro la fine dell’anno servono 76.940 artigiani, operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (28,3% delle entrate previste), muratori in pietra e mattoni, elettricisti, meccanici, installatori. La strada indicata da Confartigianato è l’apprendistato che nell’anno trascorso ha dato segnali di tenuta. In Puglia gli apprendisti sono aumentati di 1.194 unità mentre in Basilicata si sono perse 34 unità. Nel dettaglio regionale i maggiori spunti positivi del saldo per gli apprendisti – diffusi tra le regioni del Mezzogiorno si osservano in Campania (+3.603), Sicilia (+2.155), Lazio (+1.605), Calabria (+668), Abruzzo (+330); seguire Liguria (+289) e Sardegna (+179). Altro spunto positivo proviene dalle trasformazioni di rapporto di lavoro: nel 2020 salgono del 9% le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo, in netta controtendenza rispetto a quelle a tempo determinato, che crollano del 22%. La maggiore diffusione dell’apprendistato nelle imprese artigiane si conferma dunque anche nel difficile contesto della crisi da Covid-19: per il 2020 il 9,5% delle assunzioni delle imprese artigiane sono previste con contratto di apprendistato, a fronte di una media del 6,8%. L’incidenza massima di apprendisti nell’artigianato, pari al 12,8%, si raggiunge nei Servizi, quota quasi doppia rispetto alla media di settore del 7,0%.