La testimonianza

Marò, la moglie di Girone: «Trauma detenzione ancora presente»

Redazione online

In un post su Fb Vania Ardito ricorda l'arresto dei fucilieri: «Oggi sono trascorsi 9 anni»

BARI - «Oggi sono trascorsi 9 anni...Le ferite fanno ancora tanto male... Il trauma di quei giorni é ancora vivo e presente nella nostra vita». Lo scrive su Facebook Vania Ardito, moglie del fuciliere di Marina Salvatore Girone, che nel 2012 fu arrestato in India con il collega Massimiliano Latorre con l’accusa di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati.

Il 2 luglio scorso il Tribunale internazionale dell’Aja ha stabilito che la giurisdizione sul caso dei due militari, ora entrambi in patria, spetta all’Italia.

«19 febbraio 2012. Quella mattina - scrive Vania Girone - mi hanno consigliato di non accendere la TV. Mi hanno chiesto di prendere i miei figli e di andare per qualche giorno dai miei genitori, lì saremmo stati al sicuro, per evitare che venissimo assaliti dai numerosi media così improvvisamente, ma che non smetterò mai di ringraziare per l’importante supporto che negli anni ci hanno dato». «Da quel giorno - conclude - la nostra vita é cambiata. Ho avuto tanta paura. Ho vissuto momenti di grande sconforto...Ero lo scudo per i miei figli, non volevo assolutamente che anche loro vivessero quella violenza psicologica che stavo vivendo io».

Nei giorni scorsi anche la moglie del marò Massimiliano Latorre, Paola Moschetti, è intervenuta per chiedere al nuovo governo Draghi di seguire la vicenda dei fucilieri che sono ancora assoggettati alle restrizioni della Corte suprema indiana.

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