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Don Fortunato Di Noto: «Tik Tok è un social molto invasivo L’errore sul web è cedere privacy e identità»

 
Giuseppe Dimiccoli

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Giuseppe Dimiccoli

Don Fortunato Di Noto: «Tik Tok è un social  molto invasivo L’errore sul web è cedere  privacy e identità»

Parla il presidente dell’associazione Meter onlus, attiva nella denuncia degli abusi in rete

Lunedì 25 Gennaio 2021, 12:21

Una cintura stretta al collo. Una prova estrema finita su Tik Tok. Una bambina di dieci anni volata in cielo. Insomma un allarme sociale terribile. Abbiamo chiesto a Don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell'Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org), personalità internazionale da sempre in prima linea contro gli abusi in internet una analisi su questa tragedia.

Quanto è importante riflettere su questa tragedia legata all'utilizzo di Tik Tok?
«Tik Tok non è solo un semplice social, ma è ‘invasivo’. Non era mai accaduto, pur essendo popolari, che i social network entrassero con profonda insinuazione, dentro la vita personale, nelle nostre abitudini ed utilizzare così massicciamente i nostri dati personali. È un problema di privacy e ritengo che quando cediamo i nostri dati personali – immaginiamo quelle dei nostri minori – diventiamo più poveri. Infatti la più grande povertà, in questo mondo globalizzato, è la cessione indiscriminata delle nostre identità e di conseguenza il rischio della manipolazione per fini spesso a noi poco conosciuti. Speriamo che la Magistratura faccia chiarezza di quanta responsabilità ha avuto e ha contribuito per la tragedia che questa bambina ha tragicamente vissuto dove, si pensa, qualcuno abbia manipolato la sua fragile età».

In questo momento di pandemia i giovani in particolare sono sempre più connessi. Come regolare tutto questo?
«Nessuno pensi di ‘vietare’ ma di ‘regolamentare ed educare’ i giovani e gli adulti. Se da una parte ha favorito il non isolamento e quindi la possibilità di comunicare, studiare, lavorare e relazionarsi, da una parte, a causa della non percezione del pericolo, ha offerto ai malintenzionati di sfruttare la debolezza dei minori e delle persone vulnerabili, deboli e manipolabili. Gli strumenti ci sono e un problema culturale ed educativo. Chissà se ci scommetteremo di più su questo versante».

Che approccio è necessario avere da parte dei genitori al fine di contrastare tragedie come quella di Palermo?
«Già i genitori sono subissati e confusi, in molti casi. Vigilare non è un reato né tantomeno un comportamento non possibile, anzi. Forse dimentichiamo che i figli, soprattutto piccoli, minori, hanno necessità di non essere messi esposti senza vigilanza nella vita reale come in quella virtuale. I doveri dei genitori sono tanti e credo che qualche volta bisogna ricordarseli e viverli. I casi stanno sempre più aumentato ciò comporta una presa di coscienza sempre nuova e attenta per non perdere del tutto il ‘controllo educativo’ che spesso deleghiamo. Le deleghe non sono una via necessaria. Grande il dono dell’espianto degli organi donati ad altri bambini, un gesto genere roso e di grande feconda testimonianza».

Il mondo della scuola come deve comportarsi?
«La scuola è già oberata e appesantita da questa, almeno per ora, pandemia. Ha il suo ruolo, ma non può sostituire la famiglia e i diretti tutori quali il padre e la madre. Un patto, una alleanza partecipativa e non sostitutiva».

Lo Stato che strategia deve utilizzare per evitare queste morti?
«Quando leggiamo che i minori aumentano in merito ai tentati suicidi e alla negazione della vita, quando i disturbi psichici aumentano e la esposizione digitale dei corpi e della vita vengono sempre più denunciati con conseguenze gravi, la politica deve assumere un atteggiamento non di proclama ma di impegno con risorse, politiche per la salute dei piccoli efficace ed efficiente. I piccoli, i bambini, non meritano le briciole ma sostanza nutritiva, protezione massima, tutela estrema. Uno Stato è tale se sta dalla parte dei piccoli, dei deboli, dei disabili fisici e mentali».

La sua associazione come opera in questo campo?
«Campagne di informazione e formazione. Incontriamo le scuole e i docenti. Anche via webinar. Vi invito a consultare il nostro sito dove troverete tutte le informazioni www.associazionemeter.org».

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