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La Puglia ha un nuovo Consiglio: Stefanazzi confermato capo di gabinetto

Massimiliano Scagliarini

Piovono contestazioni sui calcoli: già annunciati i ricorsi al Tar

BARI - A 40 giorni dalla chiusura delle urne, dal 30 ottobre è entrato in carica il Consiglio regionale pugliese dei prossimi cinque anni. Niente udienza di proclamazione (causa covid), solo una comunicazione ufficiale che dovrebbe essere diramata nelle prossime ore per Pec o telegramma insieme alla pubblicazione del verbale firmato dal presidente della Commissione elettorale centrale, la dottoressa Maria Mitola. Ma a tenere banco, oltre alla decisione di assegnare 29 consiglieri alla maggioranza anziché i 27 ipotizzati dal Viminale, è il rebus dei calcoli: anche basandosi sui numeri utilizzati dalla Corte d’appello di Bari, chi ha rifatto i conti («Gazzetta» compresa) ha ottenuto risultati diversi.

I DATI UFFICIALI  - Per la Corte d’appello la maggioranza avrà dunque 29 consiglieri: 15 al Pd (tre a Bari, Bat e Taranto), sette a Con (due a Bari, uno nelle altre province), sette ai Popolari (due a Lecce). Alla minoranza ne restano quindi 21, di cui 5 ai grillini (Bari, Bat, Fogglia, Lecce e Taranto) e 16 al centrodestra: sei a Fratelli d’Italia (uno per provincia), quattro alla Lega (Bari, Foggia, Lecce, quello di Taranto se si dimette Fitto), tre a Fi e a Puglia Domani (Bari, Foggia e Lecce). I magistrati hanno determinato nel 40,69% la percentuale del presidente Michele Emiliano (che quindi per pochi decimali ha diritto al massimo premio di maggioranza possibile, appunto 29 seggi) accogliendo così la tesi esposta nella memoria del suo rappresentante, il professor Giuseppe Morgese: in precedenza (nel 2015) i voti delle liste che non hanno superato la soglia di sbarramento sono sempre stati tolti dal calcolo ai fini del premio di maggioranza.

I DUBBI - Bisognerà esaminare con più esattezza i criteri utilizzati dalla Corte d’appello. Ripetendo i conti con i dati numerici dei voti che risultano alla Commissione elettorale centrale (che divergono, anche se per poche centinaia, da quelli del ministero) si ottiene infatti una diversa ripartizione dei seggi che riguarda la maggioranza: 17 al Pd (4 a Bari, tre a Foggia, Lecce e Bat, due a Brindisi e Taranto), sei a Con e Popolari (uno per provincia). Per l’opposizione, sempre cinque ai grillini e 16 al centrodestra. Il sedicesimo è Raffaele Fitto a cui va, come detto, il seggio di Taranto della Lega.

COSA CAMBIA - Le differenze sono ovviamente sostanziali, sia tra loro sia rispetto alla prima ipotesi di suddivisione fatta dal Viminale (che non ha valore ufficiale ma è concettualmente differente avendo dato 27 seggi alla maggioranza). Ma - per fare un esempio - nella maggioranza la proclamazione ufficiale lascia fuori il quarto consigliere Pd a Bari (Domenico De Santis) e il terzo di Lecce (Sergio Blasi) e «ripesca» gli uscenti Peppino Longo, Mario Pendinelli, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea, mentre all’opposizione perdono un seggio Lega e Forza Italia.

COSA ACCADRA' - È praticamente certo che l’ultima parola spetterà ai giudici amministrativi, come del resto è avvenuto anche nel 2010 e nel 2015. Dalla pubblicazione del verbale ci sono 30 giorni di tempo per presentare ricorso al Tar di Bari, che di solito decide nel giro di alcuni mesi. La legge consente a qualunque elettore di impugnare l’esito delle consultazioni. Ed è probabile che questa volta i ricorsi saranno tantissimi. Lo ha annunciato Forza Italia (perché perde un seggio), ci stanno pensando tutti quelli che c’erano nella lista del Viminale e non ci sono in quella della Corte d’appello, lo ha annunciato Senso Civico sulla determinazione della percentuale di lista (non hanno superato il 4% e sono rimasti fuori). Ma potrebbero presentarlo anche i partiti di opposizione per via della determinazione del premio di maggioranza a 29 seggi. Le elezioni, insomma, potrebbero non essere finite qui.

LE NOMINE - Nel frattempo è decaduta la giunta con tutti gli incarichi fiduciari del presidente: per ripristinarli Michele Emiliano dovrà procedere a nuove nomine. E infatti nella serata di venerdì, appena ricevuta la proclamazione, il presidente ha confermato Claudio Stefanazzi come capo di gabinetto ed Elena Laterza come portavoce. I capi dipartimento per ora restano, in regime di proroga.

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