IL CASO
Flop delle Usca, la Regione Puglia azzera tutto
Medici pagati 6mila euro al mese per un intervento a settimana: ora faranno tamponi
Bari - Sono state pensate per essere il braccio operativo dei medici di famiglia durante l’emergenza covid. Ma in Puglia le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziali, sono state un flop: in due mesi le unità, composte da circa 400 medici, hanno effettuato una media di un intervento al mese ciascuna, innescando dubbi anche dal punto di vista dei costi. Nella Asl di Bari, l’unica che alla scadenza del 31 luglio ha deciso di non prorogare i contratti, ognuno dei circa 20 interventi è costato qualcosa come 10mila euro.
Ecco perché la Regione ha deciso lo stop, o meglio la riconversione. I medici, che in gran parte sono giovani in formazione del corso di medicina generale, verranno infatti utilizzati per supportare i Dipartimenti di prevenzione delle Asl nelle attività di tracing e nella sorveglianza epidemiologica, oltre che per effettuare i tamponi. Un modo per prepararsi alla sempre più probabile seconda ondata. Il decreto Maggio, che ha istituito le Usca, prevedeva la possibilità di prorogarle dopo il 1° agosto: tutte le Asl, tranne Bari, hanno deciso di proseguire. Ora - sulla base delle linee guida che verranno diramate dall’assessorato - ci sarà una riorganizzazione.
Appena 26 medici della continuità assistenziale (le guardie mediche) ha accettato di far parte delle Unità speciali, cosicché sono stati reclutati i medici del corso di formazione in medicina generale e anche alcuni neolaureati abilitati (la Puglia è tra le Regioni che non hanno previsto la presenza di infermieri). Le Usca sono partite a maggio e sono state messe a disposizione dei distretti, con l’obiettivo di sorvegliare a domicilio i malati covid. Tuttavia, come noto, nei mesi di giugno e luglio i malati in isolamento domiciliare erano poche decine a fronte dei 400 medici contrattualizzati in tutta la Regione. E dunque - senza avere un coordinamento con i Dipartimenti di prevenzione - non c’era poi tanto lavoro: solo in provincia di Lecce le Unità sono risultate impegnate più della media.
I costi, peraltro, non sono proprio bassissimi. Con un compenso di 40 euro l’ora per 38 ore settimanali, parliamo di circa 6mila euro lordi al mese da sommare all’indennità per il corso di formazione. Il tutto per pochissimi interventi. Ecco perché la Asl di Bari ha deciso di fermare l’esperimento. Ora, però, quei medici verranno chiamati a dare una mano con il tracciamento dei contatti, di cui ci sarà sempre più bisogno.