Economia

Turismo, Puglia e Basilicata salvate dal mare: l'inchiesta

Marisa Ingrosso

Federalberghi: sulla costa si lavora, ma scontiamo importanti problemi con autostrade, ferrovie e aerei

Hanno riaperto da un pugno di settimane, dopo una primavera nerissima e niente, è chiaro, risarcirà per intero gli operatori turistici apulo-lucani, i loro dipendenti e le economie delle due regioni, ma - a sentire le testimonianze - questo è un, insperato, luglio di lavoro, soprattutto nelle aree costiere. Anzi, per dirla tutta, è proprio il mare strepitoso ad attrarre i viaggiatori salvando Puglia e Basilicata dall’abisso in cui le aveva precipitate l’emergenza sanitaria.

Mare batte arte La tendenza, ora confermata nei fatti, era stata intercettata lo scorso giugno da una rilevazione commissionata da Assoturismo Confesercenti a CST Firenze, da cui emergeva che il Sud del turismo avrebbe avuto più appeal del resto d’Italia e che nella classifica delle località più gettonate, al primo posto ci sarebbero state quelle marine, seguite da quelle montane, rurali e collinari e ben ultime le città d’arte e affari.

Secondo Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Puglia, «in media, il 30% degli alberghi non ha aperto. Soprattutto nelle grandi città, dove la percentuale arriva al 40%. Mentre va meglio nelle località di mare. Lì reggono con un “flusso mare” che lavora, soprattutto nel week-end, con viaggiatori italiani e pugliesi». Per i prossimi mesi «si aspettano turisti dal Centro-Nord che, tradizionalmente, si spostano in agosto». «Il problema - dice - è che la dorsale adriatica è quasi tutta a una corsia. Fanno le manutenzioni, dopo quello che è successo a Genova, ma, comunque, si viaggia a una corsia. Per non parlare delle ferrovie, pure lì… ci voleva solo questo problema alla Termoli-Lesina (sul raddoppio del binario unico la Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente ha espresso parere negativo per tutelare alcune specie di uccelli; ndr). Per gli aeroporti si va a singhiozzo (si veda box in questa pagina; ndr). Diciamo che si è visto qualcosa in più rispetto a maggio e si spera.

Si spera anche nel beltempo che è un’altra variabile importante perché, mai come ora, sono vacanze last-minute, con le persone che aspettano l’ultimo momento utile». Secondo Caizzi, «abbiamo comunque strutture piene al 50%», ma ovviamente «siamo lontani dai 17 milioni di presenze dell’anno scorso». Ed è vero che «la Puglia è la più cliccata, ma i click si trasformano in biglietti se ci sono le infrastrutture. E diciamo anche che per noi meridionali è arrivato il momento di capire che, se ci dividiamo, c’è chi se ne approfitta». Caizzi, per inciso, è l’uomo scelto dal presidente di Regione Michele Emiliano, il mese scorso, a capo del coordinamento del «Comitato tecnico di lavoro per la ripartenza del settore ricettività alberghiera ed extralberghiera», costituito presso PugliaPromozione.

Anche per Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti: «In Puglia le alternative più gettonate sono gli agriturismi vicino al mare o immersi nel fresco della campagna».

«Diciamo che non ci possiamo lamentare – afferma Antonio Nicoletti, dg dell'Apt di Basilicata – A giugno c’è stata una timida ripresa, ma con una importante riapertura dei servizi e delle strutture che hanno dimostrato di aver saputo resistere alla chiusura. Sono poi intervenuti gli aiuti regionali al settore: 53 milioni di euro, aiuti cospicui. Ora, a luglio, vediamo la ripresa delle prenotazioni e delle presenze e salutiamo con molto piacere anche qualche turista straniero, belgi e francesi soprattutto.

Anche molti svizzeri. Diciamo turisti del Centro-Nord Europa. E, quindi, nei vicoli di Matera si ricomincia ad andare a zigzag. Una bella sensazione, dopo tutto questo tempo. Registriamo poi, dal monitoraggio sulla nostra campagna di promozione “Basilicata En Plein Air”, sopratutto sui social, un interesse da parte di visitatori stranieri che si collegano un po’ da tutta Europa ma, cosa importante, dagli Stati Uniti d’America. Click che, sperabilmente, diverranno biglietti aerei».

Niente chiusure in massa Sono i «freddi», cruciali, dati a dare la misura della risalita in corso. Secondo l'Ufficio studi di Unioncamere Puglia, infatti, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, le imprese turistiche nel primo - orribile - trimestre 2020 hanno tenuto. Non ci sono state le previste chiusure in massa (-38 imprese non è considerato un dato apprezzabile). C’è stato, è vero - commentano gli esperti - un calo di un migliaio di addetti, ma potrebbe riferirsi al probabile effetto della cassa integrazione.

E, soprattutto, la variazione tendenziale del primo trimestre 2020, se confrontato all’analogo trimestre 2019, vede dati nettamente in crescita, sia come aziende sia come dipendenti. Gli effetti della crisi si vedranno nella seconda metà del 2020 e nella prima del 2021 (come previsto dal dossier «Sismografo» di Unioncamere Puglia), e si valuterà a posteriori, quindi, quale sarà l’elasticità di questo settore rispetto alla crisi.

Dati «freschi», li ha la STR Global, leader nella ricerca e analisi delle destinazioni e tendenze del turismo su scala mondiale. Per Marco Malacrida, presidente Italia di Res Hospitality Business Developers, società partner di Str, e direttore Italia del colosso mondiale: «Gli alberghi di lusso italiani iniziano a riempirsi. Gli stranieri americani, ovviamente, sono mosche bianche, ci sono invece i francesi». Soffrono un po’ di più «gli alberghi di fascia media, perché la gente non spende, ha paura». Per l’esperto, «in Italia servono massicce iniezioni di fiducia». L’organizzazione di Malacrida lavora in Puglia soltanto con il meglio della ricettività salentina e dai dati che la «Gazzetta» ha potuto visionare emerge nettamente come, dalla sofferenza di giugno con, a inizio mese, l’«occupazione camere» quotidiana inchiodata a un -83% rispetto al 2019, la situazione sia migliorata, giorno dopo giorno, arrivando al minimo del -22,5%, toccato mercoledì scorso, 8 luglio.

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