SANITÀ

Policlinico, nessun abuso nei lavori: archiviata indagine su Dattoli, Montanaro e Delle Donne

Massimiliano Scagliarini

Dopo l’appalto da 24 milioni per Asclepios 3, l’ospedale ha affidato alla Cobar di Altamura altri due lavori «imprevisti»

BARI - Un’interrogazione presentata nel 2016 dalla allora capogruppo Cinque Stelle, Antonella Laricchia, veicolata dalla solita e provvidenziale lettera anonima, ha fatto finire sotto indagine i vertici della sanità pugliese. Ma dopo gli approfondimenti della Procura di Bari, il Tribunale ha archiviato tutto: non c’è stato alcun reato nell’affidamento a trattativa diretta - da parte del Policlinico - di appalti per 11 milioni di euro all’impresa Cobar di Altamura, anche se l’ospedale «ha giustificato come “imprevisti” lavori che erano prevedibili in fase di progettazione».

La storia però è istruttiva per capire la dinamica che ha portato nel registro degli indagati, con l’accusa di abuso d’ufficio, l’allora direttore generale Vitangelo Dattoli (ora dg ai Riuniti, assistito dall’avvocato Antonio La Scala), i direttori amministrativi Alessandro Delle Donne (ora dg della Asl Bat) e Vito Montanaro (ora capo del dipartimento Salute) e il dirigente degli appalti, Claudio Forte. L’interrogazione della Laricchia sui lavori di «Asclepios 3» riguardava la ristrutturazione dell’ex padiglione di pneumologia da destinare a nuova sede della Psichiatria: la vecchia doveva essere demolita per far posto, appunto, al nuovo Asclepios. Quella demolizione da 3,1 milioni, dice Laricchia, viene affidata senza gara alla Cobar dichiarandola come «imprevista», anche se è difficile dichiarare «imprevisto» l’abbattimento di uno stabile che deve essere sostituito da un altro.

L’interrogazione finisce su un sito web, qualcuno stampa la pagina e la manda alla Corte dei conti, che a sua volta ordina alla Finanza di trasmettere le carte alla Procura ordinaria.

Così sono partite le indagini coordinate dal pm Grazia Errede. Ed è venuto fuori che la notizia contenuta nell’interrogazione della Laricchia - scrive la Finanza - «non è esatta»: la spesa per la demolizione della vecchia psichiatria «rientra in un normale bando di gara del 2010». Tuttavia i militari all’epoca guidati dal colonnello Giacomo Ricchitelli rilevano che, effettivamente, il Policlinico ha affidato senza gara alla Cobar sia i lavori per la ristrutturazione della pneumologia (5,3 milioni di euro) e sia quello per il completamento dell’edificio dei servizi amministrativi (6 milioni).

Cobar si era aggiudicata per 24 milioni (con un ribasso del 42% sulla base d’asta di 43 milioni) la costruzione del terzo lotto di Asclepios, in cui era prevista la demolizione della vecchia psichiatria «e non anche il ricollocamento» del reparto: il Policlinico ha dunque approvato una perizia di variante all’appalto principale per la ristrutturazione della vecchia pneumologia. Stesso discorso per la palazzina dei servizi amministrativi. Ed è obiettivamente difficile dire che si trattasse di «imprevisti».
Tuttavia anche la Corte dei conti ha stabilito che nell’operazione non c’è stato danno erariale (l’affidamento è avvenuto con il ribasso del 42%). E la Procura ha accertato che non ci sono state «interferenze» tra i vertici del Policlinico e l’impresa Cobar: pur con qualche dubbio sugli «imprevisti», il gip Francesco Agnino ha archiviato tutto.

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