Il caso

Arpal Puglia, nuovo blitz in Consiglio regionale contro Cassano

Redazione online

FdI ci riprova sulla decadenza del commissario, ma salta il numero legale in Aula

BARI- Il centrosinistra di osservanza emilianista salva ancora una volta (la terza) il posto di commissario Arpal Puglia di Massimo Cassano, ex senatore di Fi passato in maggioranza, facendo mancare il numero legale in Consiglio regionale. La riunione dell’assemblea legislativa di Via Gentile, ieri, è rimasta bloccata sul voto di un emendamento - proposto da Fratelli d’Italia - che sancisce la decadenza di Cassano dall’incarico regionale. Il presidente del Conaiglio, Mario Loizzo, ha provato a mediare con i meloniani, chiedendo il ritiro dell’emendamento, dal momento che la giunta starebbe predisponendo un bando per l’incarico di direttore generale dell’Agenzia per il lavoro. Nonostante una pausa per tentare una ricomposizione, ottenuta dalla maggioranza, si è votato ma è venuto meno il numero legale: dei 24 presenti, 20 (a scrutinio segreto) hanno votato a favore, 2 i contrari e un astenuto. Il numero legale prevedeva 26 presenze, e così ancora una volta i lavori dell’assise sono stati bloccati, e ripartiranno da questo emendamento nella nuova convocazione del 16 giugno.

Dura la reazione dei dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e Ignazio Zullo che con una nota hanno stigmatizzato il blocca dell’attività legislativa per il caso Cassano: «Il Consiglio regionale si riunisce dopo tre mesi, all’ordine del giorno numerosi importanti leggi di fine legislatura, compresa anche la nostra per dare alle persone disabili un’assistenza personalizzata e migliore, e il numero legale cade per l’ennesima volta su Massimo Cassano, commissario illegittimo dell’Arpal. Una vergogna». «Una Regione - scrivono - bloccata, con Cassano che tiene sotto ostaggio un’intera maggioranza e sotto scacco un presidente di Regione, magistrato in aspettativa, Michele Emiliano. Una nomina che fin dall’inizio puzza di mercimonio, che viene data solo per assicurarsi il sostegno di un movimento politico del quale Cassano è il referente regionale». La nota dei meloniani si conclude così: «In aula, si è consumata l’ennesima fuga pur di non votare il nostro emendamento che prevedeva la decadenza immediata del commissario straordinario, e nelle more delle attività pubbliche per nominare il direttore generale, dare tutti i pieni poteri quali quelli del direttore generale, al dirigente che attualmente è stato individuato dall’Arpal e che già lavora presso l’Arpal, in maniera tale che, oltre ad un risparmio economico, venisse rispettato soprattutto quanto è previsto nella legge istitutiva dell’Agenzia, che stabilisce la pubblicazione di avvisi pubblici per l’individuazione del dg». Sulla stessa linea anche il M5S: «La maggioranza - scrivono i grillini - non si smentisce mai. Per la seconda volta i consiglieri di centrosinistra non si fidano di loro stessi e preferiscono non mantenere il numero legale sull’emendamento con cui sarebbe decaduto il commissario straordinario dell’Arpal Cassano.

Si riprenderà il 16 giugno dallo stesso emendamento e speriamo che questa volta la maggioranza abbia il coraggio delle sue azioni».I grillini poi incalzano Cassano nel merito della gestione dell’Arpal: «Attendiamo ancora di ricevere da Cassano le informazioni chieste a gennaio sul ritardo cronico dei bandi per l’assunzione del personale necessario al potenziamento dei Centri per l’Impiego, nonostante il trasferimento dal Ministero del Lavoro di 26 milioni di euro e sulla ripartizione delle risorse, nonché sul ritardo dell’adozione del Piano Regionale Straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. All’epoca ci era stato risposto che il piano c’era, ma la documentazione non ci è mai arrivata. Speriamo fino al 16 di riceverne finalmente una copia».

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