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Agricoltura, ennesimo guaio: di nuovo bloccato il Patto di Sviluppo Rurale
Altra sospensiva del Consiglio di Stato. E l'ex assessore Di Gioia attacca Emiliano
La Regione non potrà pagare i contributi della misura 4.1a del Psr, perché deve accantonare le somme che potrebbero servire a pagare chi è in posizione di idoneità nella graduatoria. Il Consiglio di Stato assesta un altro colpo al Programma di sviluppo rurale, rendendo sempre più flebili le speranze di raggiungere gli obiettivi di spesa fissati per il 2019. Ieri Palazzo Spada ha infatti accolto il ricorso cautelare di 13 imprese agricole che hanno partecipato al bando per sostenere gli investimenti in redditività e competitività.
Parliamo di una delle misure più importanti dell’intero Psr, rimasta bloccata per mesi davanti al Tar. La Regione è stata costretta a riesaminare le 652 domande in posizione finanziabile, ma ora il Consiglio di Stato dice che «il carattere solo parziale dell’istruttoria svolta dall’amministrazione in sede di riesame» non è sufficiente, perché non ha considerato tutti gli altri (le domande erano 3.200 e rivederle tutte avrebbe portato via un anno). A questo punto procedere con l’erogazione dei fondi diventa un azzardo: probabilmente bisognerà attendere la pronuncia di merito.
Proprio ieri l’ex assessore Leo Di Gioia ha attaccato Emiliano con un lungo post su Facebook: «Cerca - ha scritto - capri espiatori per costruire immeritato consenso personale. Sempre impegnato ad apparire prestante sui social a celebrare le ricorrenze festive del giorno e sempre pronto a scaricare i collaboratori se utile per fini elettorali». Ad innescare la rabbia del consigliere regionale foggiano era stato un altro post, quello con cui il governatore aveva condiviso le pesantissime dichiarazioni di un esponente di Confagricoltura.
«Piuttosto che mistificare - scrive Di Gioia -, Emiliano spieghi che il Psr è gestito da una autorità indipendente e che è stato lui a sceglierla, contro la mia volontà, al solo fine di cacciare dalla Regione il dottor Pagliardini (Gabriele, oggi alla guida dell’Agea, ndr) reo a suo dire di aver votato per Dario Stefàno alle primarie del 2015». L’ex assessore attacca, sul piano tecnico, le decisioni con cui sono state riviste le regole per il pagamento dei contributi del Psr. «Emiliano spieghi che le soluzioni che ha proposto e fatto approvare dall’autorità di gestione attuale, nel mese di luglio, per le quali si è assistito alla celebrazione da parte di alcuni tecnici che hanno sempre praticato la piaggeria verso i potenti pro tempore, sono sorprendenti dal punto di vista amministrativo, e che alla prova del Consiglio di Stato o magari di qualche Procura (perché il vantaggio per gli uni è certamente uno svantaggio per altri), smaschereranno una vera anomalia senza precedenti ai sensi di tutte le leggi sugli appalti e la contrattualistica».
Il riferimento è alla decisione di eliminare il controllo sulla «bancabilità» degli investimenti, e alla cancellazione del nuovo avviso pubblico da 35 milioni per la misura 6.1a. «Emiliano - chiede Di Gioia - spieghi perché esulta per atti che riammettono decine di aziende escluse ormai da due anni, aziende che potranno beneficiare di una sanatoria non prevista da alcuna norma, e, quel che più conta, e che nessuno dice, in danno di altre che hanno lavorato ed atteso secondo il bando e che oggi non avranno mai più ristoro». Ma l’attacco dell’ex assessore riguarda anche la gestione dell’emergenza Xylella, su cui Emiliano «ha, contro ogni mio consiglio ondeggiato tra posizioni antiscientifiche e giustizialiste e posizioni demagogiche ed opportunistiche».
Nelle scorse settimane Di Gioia era sembrato vicino all’approdo nelle file della Lega, che ha sostenuto alle Europee. «Resterò nel centrosinistra - ha però spiegato ai fedelissimi - perché è qui che devo condurre la mia battaglia per la verità su quanto è avvenuto nel settore dell’agricoltura»