l'omaggio
Alberobello, tre ciclisti donano trullo in miniatura a mamma di Pantani
In tre hanno raggiunto Cesenatico per dire alla madre quello che non hanno fatto in tempo a dire al figlio, indimenticato campione
Da Alberobello a Cesenatico per dire alla mamma ciò che non hanno fatto in tempo a dire al figlio. Perché non gli hanno potuto stringere la mano sulle strade del Giro d’Italia, quando da Pirata di razza «depredava» con il suo talento ogni traguardo. Ma non l’hanno mai dimenticato. Giuseppe Tinelli, Angelo Locorotondo e Giuseppe Convertino, tutti e tre cicloamatori alberobellesi tifosissimi di Pantani, Marco lo portano nel cuore in ogni loro uscita. Come tanti, tantissimi innamorati delle sue imprese.
Volevano dirlo a mamma Tonina, e farle sapere che è anche grazie a suo figlio se non smettono mai di allenarsi.
Quale occasione migliore allora se non la Granfondo che ogni anno si svolge a Cesenatico, dedicata proprio a Pantani. Ci pensavano da tempo di parteciparvi e quest’anno, in cui ricorre il 15° anniversario della morte del più amato ciclista italiano degli ultimi anni e non solo, sono riusciti finalmente a partire. Prima di iniziare la gara, sul traguardo hanno incontrato i genitori di Pantani e a mamma Tonina hanno donato un trullo in miniatura in segno di affetto nei confronti del «Pirata». E lei, con la genuinità spontanea che l’ha sempre contraddistinta, li ha ringraziati con le lacrime agli occhi, profondamente colpita da questo gesto. E ha raccontato che Alberobello l’aveva visitata quando Marco era piccolo e le è rimasta nel cuore come un paese da favola.
«Ogni anno partecipiamo ad una Granfondo diversa - spiega Giuseppe Tinelli, 62 anni, appassionato di ciclismo fin da piccolo - e da tempo volevamo essere a questa gara. Era un modo per omaggiare Pantani di cui siamo sempre stati tifosissimi. Il gesto di donare un trullo a mamma Tonina è per noi un segno di gratitudine per le emozioni che il Pirata ha regalato a tutti noi con le sue imprese, perché è impossibile dimenticare la sua grandezza».
Tinelli si allena due volte a settimana con una media di 100 km, sul traguardo di Cesenatico si è piazzato 13° di categoria (M7), mentre il suo coetaneo, Angelo Locorotondo, è arrivato decimo. Convertino, invece, anni 47, gareggia per la categoria M4. «È stata una bella gara - dice Tinelli - ed è stato emozionante gareggiare sulle salite dove si allenava Pantani, tra cui anche quella di Monte Vecchio con punte superiori al 15%. È stata una gara difficile, resa dura anche dalla pioggia che ha colpito tutto il percorso dalle 7 del mattino».
Ma l’emozione di aver conosciuto mamma Tonina e la sua commozione hanno dato ai tre la carica giusta per affrontare il percorso. «Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo Marco nel Giro d’Italia del 1999 sul traguardo di Montevergine al termine di quella storica tappa vinta da Pantani - dice Tinelli - in quella occasione però non c’era stato modo di avvicinarlo. Dopo la sua morte mi ero ripromesso però di fare qualcosa in sua memoria e oggi finalmente ci siamo riusciti».
Ad Alberobello il ciclismo è di casa ed è uno sport molto sentito. Non solo perché nel 2017 il Giro d’Italia è arrivato proprio nella Capitale dei Trulli con una tappa della corsa del Centenario. Ma anche e soprattutto perché nel paese patrimonio dell’Unesco c’è una lunga tradizione «a due ruote». I tre cicloamatori, infatti, sono tesserati per la Spes Alberobello, la squadra dove il responsabile tecnico è Leonardo Piepoli, l’ex «trullo volante» che tanti successi ha raccolto da ciclista professionista proprio negli anni di Pantani e che oggi sforna generazioni di talenti.