Verso l'estate
Meno turisti in Puglia, Regione e tour operator smentiscono: «Dato stabile»
I dati riportati dal Sole 24 Ore sottolineavano un tracollo di arrivi e partenze: -13,6%
L’analisi della «Jfc» di Faenza, ripresa dal quotidiano di Confindustria, secondo cui la Puglia questa estate subirà un tracollo di turisti, con un -13,6% sia in termini di presenze sia di fatturato, non convince né la Regione, né l’Osservatorio regionale dedicato né i tour operator (si veda altro articolo in questa pagina; ndr). Per tutti loro, infatti, forse la stagione estiva che - meteo permettendo - è appena iniziata non farà registrare i record turistici a due cifre delle precedenti, ma la Puglia continua a «tirare». Il territorio - per dirla con l’Agenzia Regionale del Turismo PugliaPromozione - è «ancora trendy nonostante dieci anni di crescita costante dei flussi turistici, in particolare dall’estero, e il Salento ha ancora grande appeal».
Stando alla «analisi previsionale» di «Jfc», a questo futuro tracollo pugliese contribuiranno tre fattori: la crisi che fa tagliare il budget ai viaggiatori, l’aumento dei prezzi di listino (gli alberghi del Sud avrebbero segnato rincari del +4,1%) e la ripresa di alcune rotte, come quelle egiziane, funestate negli anni passati da instabilità e rischio terrorismo. Pagherà caro questo «tridente» anche il Salento che raggiungerà quota -11% in termini di presenze e -14% in termini di fatturato. Mentre invece la Basilicata, assieme a Sicilia e Calabria, otterrà risultati ottimi (si veda altro articolo in questa pagina; ndr).
«tutto si basa su un campione limitato»L’Srl unipersonale emiliana, di cui Massimo Feruzzi è amministratore Unico, dice di basare la sua ricerca su «un campione di 7mila operatori». E proprio la rappresentatività di questo campione, secondo PugliaPromozione, è il «tallone d’achille» di tutto il ragionamento, giacché «descrive uno scenario al ribasso per la regione ma si basa in realtà su un campione ridotto e raccolto in 11 località del balneare pugliese». E l’Agenzia regionale cita, per esempio, «i dati Istat/SPOT, parziali e provvisori, trasmessi direttamente da 2.500 strutture ricettive del territorio (il 50% di quelle attive nel periodo da gennaio ad aprile 2019)» che «attestano un andamento pressoché stazionario rispetto all’anno precedente e che tiene conto degli effetti del maltempo che ha inciso sugli short break disincentivando, nei primi mesi dell’anno, i viaggi di prossimità». Anzi, secondo PugliaPromozione, per Expedia (l’agenzia leader dei viaggi online), «nel periodo da gennaio a maggio 2019 cresce il fatturato delle prenotazioni alberghiere (+23,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e dell’acquisto di biglietti aerei con destinazione Puglia (+5,1% sul 2018), per un totale di 3,2milioni di dollari, ben il 14% in più rispetto all’anno precedente. Expedia conferma l’aumento di acquisto di camere del +28% rispetto al periodo gennaio/maggio dell’anno precedente per un totale di 10mila notti, mentre l’incremento di acquisti di biglietti aerei è stato del +4,4% con buone performance soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Germania, Austria e Polonia».
Altra fonte di ottimismo è Aeroporti di Puglia: «+10,5% i passeggeri negli scali di Bari e Brindisi da gennaio a maggio, con +12,5% solo a maggio rispetto all’anno precedente. Puglia sempre più internazionale - dice PugliaPromozione - +21% il traffico dalla Germania e dal Regno Unito, +24% dalla Francia e +17% dalla Spagna. Ancora a due cifre gli incrementi da Svizzera, Romania e Ungheria».
Però anche l’Agenzia conferma un incremento medio dei prezzi di listino, seppure inferiore al dato «Jfc»: «Per quanto riguarda i prezzi, secondo la piattaforma di Travel Appeal - che raccoglie e monitora la presenza digitale delle strutture pugliesi attraverso l’analisi dei siti di recensioni, delle OTA e dei social media più diffusi in Italia come TripAdvisor, Booking.com, Google, Expedia, Hotels.com, TheFork, Facebook, Airbnb, Homeaway e altri – il prezzo medio di una camera in Puglia nel mese di giugno 2019 sarà di 117 euro, il 3,5% in più rispetto all’anno scorso».
la capone: «siate sempre più competititvi»Anche l’assessore all’Industria turistica e culturale pugliese, Loredana Capone, parla di un settore in crescita ma sprona gli operatori affinché aumentino sempre il loro appeal. «La Regione - dice Capone - non può certo intervenire nelle scelte libere e imprenditoriali degli operatori del turismo, ma sento di fare un appello agli operatori turistici pugliesi ad essere competitivi, puntando su qualità dell’offerta e sul migliore rapporto possibile qualità/prezzo». «La Regione - continua - è a fianco degli operatori. L’offerta ricettiva è cresciuta del +7% e del +3% per i posti letto. E crescono anche gli occupati nel comparto turistico, +4% dal 2017 al 2018. E questo anche grazie agli incentivi per la realizzazione o ristrutturazione di strutture alberghiere (Pia turismo e Titolo II). Invitiamo quindi gli imprenditori ad utilizzare gli incentivi a disposizione e a migliorare le loro strutture. Non dimentichiamo che la Puglia nel Mediterraneo compete con destinazioni che sono storicamente mete ambite del turismo internazionale. Non solo, oltre ai Paesi del Nord Africa, che dopo un momento di crisi sono oggi nuovamente sfidanti sul piano dell’attrazione turistica, si sono aggiunti alcuni paesi dell’Est Europa che sono diventati nuove mete interessanti. Per questo, a maggior ragione, l’obiettivo per raccogliere la sfida è puntare assolutamente sulla qualità e su prezzi veramente competitivi».
Ma l’«analisi previsionale» di «Jfc» fa breccia politicamente e il coordinatore e consigliere regionale di Direzione Italia, Francesco Ventola «punge» il governo regionale. Se «venire in vacanza in Puglia diventa un lusso per i prezzi alti, anche per strutture ricettive e di ristorazione non per un turismo d’élite», è il ragionamento di Ventola, «la colpa di questi aumenti non è di chi li applica, come sarebbe facile ipotizzare, ma di chi costringe gli operatori turistici pugliesi ad aumentare i prezzi per far fronte a una tassazione locale che è schizzata alle stelle per colpe di politiche regionali che hanno portato la TARI a non essere una tassa ma una vera e propria vessazione». «Quindi - conclude - il presidente Michele Emiliano e l’assessore Capone stiano meno in giro a promuovere un turismo, ma lavorino per mettere gli operatori nelle condizioni di non dover aumentare i prezzi, chi fa Turismo in Puglia non ha bisogno solo di Marketing da parte della Regione ma anche di servizi che non vengono offerti, infrastrutture lasciate a metà o mai iniziate, politiche energetiche e sanitarie che sono veri e propri ostacoli burocratici per la sopravvivenza già di quelle esistenti».