La verifica
Sanità, a Roma esame dei conti: per la Puglia strada in salita
Il Mef prevede una perdita di 33 milioni perché non permette l'utilizzo dell'anticipo dello «sconto» farmaceutico
La Puglia si «accomoda» oggi al tavolo con i ministeri della Salute e dell’Economia per la verifica finale sul Piano operativo 2016-2018. In ballo c’è l’uscita dal «commissariamento soft» che impedisce alla Regione di gestire in autonomia, tra l’altro, le assunzioni negli ospedali: per ottenerlo, il governatore Michele Emiliano dovrà dimostrare a Roma di aver rispettato tutti gli impegni, a partire da quelli sui bilanci. Ma proprio sui conti del 2018 si concentrano le perplessità che inducono a ritenere la strada in salita.
I ministeri lo hanno messo nero su bianco nel verbale della riunione del 15 novembre, in cui - «con riferimento al rilevante disavanzo non coperto che si sta prospettando sull’anno 2018», e per il ritardo nell’attuazione di alcuni obiettivi di riorganizzazione della rete ospedaliera - il tavolo di verifica ha invitato la Regione a presentare una richiesta di proroga per altri tre anni del Piano operativo, avvertendola che «in caso di valutazione negativa del raggiungimento degli obiettivi previsti» perderà «ora per allora» i fondi della premialità già anticipati, riportando in negativo anche i bilanci del 2017 e del 2016.
La posizione romana sui conti del 2018 è ritenuta inaccettabile dall’assessorato alla Salute. Fermo restando che i bilanci consuntivi saranno approvati solo a fine mese, il Mef quantifica il disavanzo dello scorso anno in 33 milioni di euro mentre la Regione fino a un mese fa ne prevedeva 14. La differenza sono i 19 milioni di anticipo del payback farmaceutico, la quota di fatturato che le case produttrici restituiscono a fine anno come una sorta di sconto posticipato: il meccanismo è bloccato da un contenzioso che (per la legge Finanziaria) dovrà essere risolto entro questo mese. La Puglia ha imputato a ricavi i 19 milioni di anticipo, il Mef pretende che vadano invece accantonati e non vuole consentire di coprire con il payback (parliamo di 50-60 milioni totali) anche gli ulteriori 14 milioni di perdite.
La conseguenza di questo ragionamento, argomentano fonti della Regione, è che se non si coprono le perdite con fondi del bilancio autonomo si finisce in commissariamento. E che se - come sembra - ad aprile arriveranno i soldi del payback, la Puglia avrà un bilancio 2019 in attivo per 100 milioni. Questo perché sui conti del 2018 - che nel bilancio preventivo erano previsti in pareggio - hanno pesato anche i 70 milioni necessari a coprire il rinnovo dei contratti del settore che normalmente venivano garantiti dallo Stato.
La richiesta di elasticità avanzata dalla Puglia non ha finora trovato interlocutori. In ballo c’è, come detto, la possibilità di ricominciare a gestire in autonomia le assunzioni, cosa che non avviene ormai dal 2011. E per quanto fonti ministeriali fanno sapere che la decisione sul Piano operativo non verrà presa oggi ma slitterà all’estate (il ministro Grillo aveva spiegato alla «Gazzetta» che la valutazione è esclusivamente tecnica), è possibile che questa situazione porti all’apertura di un nuovo fronte di scontro politico: Emiliano potrebbe cavalcare sia la bocciatura che il blocco delle assunzioni come uno «scippo» del governo. Le verifiche sui Livelli essenziali di assistenza (la qualità del servizio) hanno infatti evidenziato miglioramenti continui che mettono la Puglia nella media delle Regioni italiane. Il nodo dei soldi, però, resta più importante di tutto il resto.