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Lecce, 13enne autistico scrive a Conte: «Non siamo di serie B». Lui gli risponde: «Faremo di più»

 
Redazione online

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A raccontarlo è Massimo, papà del ragazzi che, in compagnia di altri disabili e dell’associazione Pronto soccorso Poveri Lecce, non era riuscito a incontrare il premier durante la sua visita in Puglia

Sabato 30 Marzo 2019, 17:16

02 Aprile 2019, 16:43

LECCE - Qualche giorno fa a Lecce un 13enne autistico ha tentato, senza riuscirci, di consegnare una lettera al presidente del Consiglio per dire «al governo che i disabili non sono bambini di serie 'B'» e che occorre «trovare più aiuti per noi e le nostre famiglie».

La notizia è arrivata al premier Giuseppe Conte che non solo ha invitato il ragazzo e la sua famiglia a Palazzo Chigi, ma come promesso, oggi in occasione della giornata internazionale dell'autismo, il premier ha postato sulla sua pagina Facebook la foto con la lettera del ragazzo, rispondendogli a cuore aperto. 

Caro Sandrino,

ho letto con molta attenzione la tua lettera e oggi, come promesso, ti scrivo per confermarti che mi è molto dispiaciuto non avere avuto l’occasione di poterti incontrare e parlare in occasione della mia visita a Lecce, qualche giorno fa. I miei spostamenti, come avrai constatato, sono un po’ complicati. A volte si crea un po’ di ressa, con le persone che si affollano per salutarmi e per questo non mi sono proprio accorto che c’eri anche tu, che eri venuto apposta per salutarmi e per consegnarmi la tua lettera.

Le tue parole mi hanno molto colpito. Mi scrivi della tua disabilità e di quella di tanti altri ragazzi che vivono la tua stessa condizione. Rispondo allora non solo a te, ma anche a tutti gli altri ragazzi e alle vostre famiglie. Avete tutto il diritto di rivendicare la vostra piena ed effettiva cittadinanza. Ed è una cosa molto bella che nella tua lettera non richiami solo i diritti, ma evochi anche i doveri.

Sin dai primi giorni in cui siamo partiti con questo nuovo governo ho comunicato al ministro Fontana e al sottosegretario Zoccano che dovevamo subito metterci al lavoro per adottare un “codice per le persone con disabilità”. Un testo normativo in cui riportare, nero su bianco, tutti i diritti e le facoltà delle persone con disabilità e in cui riassumere tutte le norme che vi consentono il pieno ed effettivo esercizio del diritto di cittadinanza. Adesso la legge è in Parlamento e appena verrà approvata potremo, con un decreto del Governo, adottare questo nuovo codice. Tu obietterai che i lavori procedono a rilento. Ma ti assicuro che per approvare un bel codice, un solenne decalogo dei diritti, non è tantissimo e comunque stai certo che ci stiamo lavorando intensamente. Ma mi rendo conto che non bastano solo dichiarazioni di principio. Occorrono anche misure concrete. A quest’ultimo proposito, sappi che l’Istituto Superiore di Sanità, insieme al Ministero della Salute, sta promuovendo interventi su più fronti legati proprio all’autismo e ha anche siglato degli accordi con le Regioni per utilizzare 4 milioni di euro dedicati alla realizzazione di interventi che assicurino la continuità di cura nell’arco della vita, di idonee soluzioni residenziali e semi-residenziali, di attività utili per l’integrazione scolastica, la transizione dall’istruzione al lavoro e l’inclusione lavorativa.

Caro Sandrino, possiamo fare ancora di più. Ne sono consapevole. E ti assicuro che continuerò a lavorare perché in Italia non ci siano più, come scrivi tu, cittadini “di serie B”. Ho una grande responsabilità e farò di tutto perché il Governo adotti ulteriori misure di “equità sociale”, affinché tu e tutte le persone con disabilità possiate sentirVi pienamente partecipi della nostra comunità sociale. Spero di poterti incontrare presto. Se avrai occasione di passare da Roma, sarò felice se vorrai venirmi a trovare: ti farò visitare gli uffici dove lavoro quotidianamente. Ma stai pur certo che la prossima volta che verrò dalle tue parti, sarò io a cercare te.

Ti voglio bene anch’io e ti abbraccio con affetto,

Giuseppe

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