Sanità
Bari, lotta al tumore al seno: il convegno di Komen in Fiera
Komen, da sempre al fianco delle donne attraverso mille eventi e manifestazioni, a promuovere l’alleanza tra medici di famiglia e specialisti breast unit, perché possano prendere per mano le loro pazienti ed accompagnarle attraverso i nuovi percorsi di senologia
BARI - Ogni anno in Italia vengono diagnosticati più di 50 mila nuovi casi di tumore al seno. Nel 2018 sono stati 52.700, in Puglia 3.100, con un livello di accesso alla prevenzione nella regione inferiore alla media nazionale e, di conseguenza, una percentuale di guarigione leggermente al di sotto dell’87% registrato a livello nazionale. Se ne è parlato al convegno «SE NOn ti informi - sicuro di sapere tutto sulle patologie mammarie?», organizzato dalla associazione Susan G.Komen Italia e dall’Ordine Provinciale dei Medici, nel padiglione della Regione Puglia alla Fiera del Levante a Bari.
«Questi eventi sono per noi il senso di una comunità, - ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - perché la malattia si sconfigge certamente con terapie, tecniche, attenzione e soprattutto prevenzione, ma anche tenendo presente che chi subisce un evento così traumatico, come un tumore al seno per una donna, può tornare a vivere meglio di prima e con ancora maggiore consapevolezza. Questa unità di intenti costruisce anche una medicina di comunità che non è solo tecnica, ma anche profonda umanità».
Commentando i livelli di prevenzione che in Puglia sono inferiori alla media nazionale, Emiliano ha detto che «purtroppo negli anni passati gli screening erano crollati, ora stanno riprendendo. Ovviamente bisogna rispondere alle chiamate delle ASL e bisogna soprattutto programmare bene le prenotazioni. Questo lavoro sta andando molto meglio, ci sono sforzi enormi da parte di tutti i principali ospedali pugliesi, ma anche da parte delle associazioni. Komen non organizza maratone, quello è un pretesto, organizza consapevolezze, soprattutto delle donne». "Ci auguriamo che questa consapevolezza e la programmazione degli screening, che oggi è sicuramente possibile, - ha concluso - ci consentano di prevenire e prendere questi tumori nella fase in cui eventuali interventi terapeutici sono molto meno dannosi e molto meno traumatici».