Sanità

Puglia in affanno sulla radioterapia: solo 21 macchine

Massimiliano Scagliarini

Ogni anno 12mila casi, che spesso richiedono viaggi della speranza

Circa 12mila dei 20mila nuovi casi di tumore registrati ogni anno in Puglia hanno bisogno di trattamenti radioterapici. Ma una quota significativa di pazienti continua a recarsi fuori, anche a causa della insufficiente dotazione di acceleratori lineari sul territorio, in particolare a Bari e Taranto. Ecco perché la Regione ha lanciato un piano per il potenziamento e l’ammodernamento delle attrezzature: 29 milioni di euro per l’acquisto di 6 nuove macchine che ne sostituiranno altrettante, giudicate obsolete, e il completamento della dotazione di personale.


Il documento è stato approvato in giunta la scorsa settimana su proposta del capo del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti. Un piano che si integra con la strutturazione della Rete oncologica pugliese, nel cui ambito è già previsto l’acquisto di un acceleratore lineare e una tomoterapia per Taranto (già in arrivo) e la realizzazione di un centro di protonterapia all’Irccs di Bari. L’obiettivo è dotare la Puglia di tutte le tecnologie necessarie al trattamento dei tumori, con una distribuzione omogenea sul territorio, anche per quello che riguarda le prestazioni di alta gamma. Ciascun bacino della Rete oncologica (Foggia, Bari-Bat, Taranto e Brindisi-Lecce) dovrebbe avere a disposizione anche una macchina «speciale» per trattamenti avanzati: in totale almeno due tomoterapie (macchina che permette trattamenti molto precisi e localizzati, ad esempio sul cervello), un cyberknife «pubblico» e la protonterapia.


Gli acceleratori installati in Puglia sono 21 (di cui cinque privati): i più moderni sono a disposizione del Policlinico di Bari, del Perrino di Brindisi e del Fazzi di Lecce. Ma allo stesso Fazzi e al Ss Annunziata di Taranto ci sono macchine con età media superiore ai 17 anni, che devono essere rinnovate: il 53% degli acceleratori - dice il piano - ha superato i 10 anni, e solo il 33% ha meno di cinque anni. Il piano ha individuato 25 interventi per un costo superiore a 50 milioni, ma la dotazione finanziaria disponibile (la delibera Cipe 32/2018, che assegna alla Puglia circa 19 milioni cui aggiungere il finanziamento diretto regionale) dovrebbe permettere di effettuarne soltanto sei anche perché oltre alle macchine è necessario garantire l’incremento di personale. Le priorità riguardano dunque Foggia, dove è prevista la sostituzione dei due acceleratori lineari dei «Riuniti» (che si sommano ai tre di Casa Sollievo), così come nella Bat e a Lecce.


La Regione valuterà l’ipotesi di reperire altri finanziamenti. A Bari, il piano ipotizza di acquistare un terzo acceleratore lineare per l’Oncologico, che porterebbe a cinque macchine la disponibilità della provincia, l’unica in Puglia non dotata di apparecchiature per brachiterapia (la radioterapia interna). Il cyberknife pubblico, invece, dovrebbe essere allocato al Fazzi di Lecce.

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