Pasticcio pugliese
Regione, bufera sul gioco d’azzardo: slitta di 6 mesi la norma anti-slot
Determinante il voto grillino. Ma il rebus resta
BARI - iI grillini salvano la maggioranza di centrosinistra, divisa stavolta anche sulla questione del gioco d’azzardo. Il consiglio regionale ha approvato ieri la proroga di sei mesi all’entrata in vigore del «distanziometro», la legge 43 del 2013 che dopo il 20 dicembre imporrebbe (il condizionale è d’obbligo) la decadenza delle licenze rilasciate a sale slot e agenzie di scommesse (ma anche bar e tabacchi) che si trovano a 500 metri da punti sensibili come scuole, chiese e ospedali. Una proroga, frutto di compromesso politico, che è passata solo grazie ai sei voti dei Cinque Stelle.
La giornata, che si è aperta con il presidio su via Capruzzi di un migliaio di operatori del settore (secondo uno studio Eurispes il distanziometro farebbe chiudere 700 punti gioco, con circa 8-9mila lavoratori) è stata infatti caratterizzata dall’altolà di Michele Emiliano alla proposta di legge in discussione, votata all’unanimità in commissione con il parere positivo della giunta: il testo (firmato da Fabiano Amati ed Ernesto Abaterusso, quest’ultimo per coincidenza anche consulente della Federazione tabaccai a 300mila euro l’anno) prevedeva il rinvio sine-die della legge del 2013. Emiliano, che ha preferito non partecipare al dibattito segnalando così il suo disappunto, ha detto «no» con una telefonata al presidente del Consiglio, Mario Loizzo, costretto a ri-convocare i capigruppo per rivedere l’ordine dei lavori: la proposta di modifica alla legge sul contrasto al gioco patologico è passata in coda al bilancio consolidato della Regione (necessario, secondo fonti di giunta, a dare il via ad una serie di assunzioni), ed è spuntato l’emendamento presentato da Domenico Santorsola (Noi a Sinistra) che stabilisce una proroga «di non oltre sei mesi» all’entrata in vigore del distanziometro. Palpabile il disappunto di Loizzo, costretto a ri-convocare una seconda volta i capigruppo dopo l’accordo già fatto e sconfessato dallo stop di Emiliano: «Anch’io - le parole di Loizzo in Aula - ho detto francamente a chi di dovere che non sono più disposto a sopportare questo modo di agire nel rapporto con il Consiglio».
L’emendamento di Santorsola, accoppiato a un ordine del giorno che invita il governo a esprimersi «anche con un decreto legge» sulla regolamentazione dell’azzardo, ha raccolto solo 22 voti favorevoli: una parte della maggioranza ha infatti difeso l’impostazione di Abaterusso. I sei mesi non sarebbero dunque passati senza il voto dei grillini, che poi sono stati gli unici a dire «no» all’intero disegno di legge di modifica.
Il problema della regolamentazione del gioco d’azzardo non può dirsi risolto, ma solo rinviato. Anche perché, a quanto risulta, la bozza di testo unico nazionale (una proposta di legge a firma Cinque Stelle) lascerebbe comunque alle Regioni i dettagli applicativi. La Puglia riporterà il tema in commissione Salute (rispettando quanto ha stabilito la Consulta) per vedere se è possibile intervenire sulla legge senza snaturarla: l’idea srebbe distinguere tra concessionari «puri» del gioco (ad esempio sale scommesse) e punti ibridi (bar e tabacchi), che sono un mondo a parte.
Ma nemmeno così è semplice trovare una soluzione. Il gioco d’azzardo viaggia ormai online, non ha limiti fisici, e - lo hanno detto ieri molti degli operatori intervenuti ai lavori - espellendo chi ha una regolare licenza si rischia di favorire il gioco illegale. Lo strumento del distanziometro è stato peraltro criticato come non facilmente applicabile. Ha espresso dubbi anche il procuratore di Brindisi, Antonio De Donno. «Il distanziometro è selettivo e arbitrario, perché riduce il volume di gioco. Il giocatore problematico è già predisposto a dirigersi in posti non vicini. È una misura che aumenta la marginalità e riduce i concessionari pubblici, questo apre un grosso spazio agli appetiti della criminalità organizzata, compresi i fenomeni di usura. Marginalizzare il sistema concessorio aumenta gli spazi di gioco illecito e illegale anche online».