Dopo le polemiche su Ryanair
Aeroporti, 50 milioni per pagare i voli low cost
L'idea: niente più fondi pubblici della Regione, sarà un investimento. AdP verserà i 10 milioni evasi negli anni dal 2013 al 2017
Aeroporti di Puglia verserà spontaneamente l’Iva non pagata sui contributi della Regione per le rotte low-cost. Ma già a partire dal prossimo anno, i voli di Ryanair (e delle altre compagnie) potrebbero essere finanziati autonomamente, contando sull’effetto virtuoso del maggior traffico che verrà generato.
L’idea è allo studio del presidente Tiziano Onesti, che ha consultato un pool di banche per ottenere un finanziamento da 50 milioni di euro. I 12,5 milioni erogati ogni anno dalla Regione - che li attinge dal bilancio autonomo, dunque dalle tasse dei cittadini - consentono di sostenere le rotte di Ryanair su Bari e Brindisi, da cui Aeroporti di Puglia ottiene un margine positivo pari a 4 milioni tra effetti economici diretti e indiretti. I due scali hanno superato la soglia dei 5 milioni di passeggeri l’anno, ma la crescita del traffico non è più limitata - come accadeva negli scorsi anni - dall’infrastruttura: Bari (con il raddoppio) e Brindisi (con la nuova aerostazione) possono teoricamente sostenere fino a 10-12 milioni di passeggeri l’anno.
L’idea è dunque di tagliare il cordone che lega Aeroporti e la Regione sul fronte del finanziamento alle rotte, anche considerando che la strategia di supporto ai voli low-cost non può durare in eterno (si tratta, infatti, di uno «start-up»). Prima o poi, insomma, il sistema deve cominciare a reggersi sulle sue gambe. E dunque, attraverso fondi propri, finanziati dal sistema del credito, da ripagare in un periodo predeterminato sulla base proprio degli utili di bilancio generati dalla società.
L’ultimo bilancio si è chiuso con utili per 2,4 milioni, che si sommano agli 1,8 del bilancio precedente. In 12 mesi la società ha visto un aumento dei ricavi pari a quasi 4 milioni, solo in parte assorbiti da maggiori spese di funzionamento (2,8 milioni), e un taglio di costi strutturali per circa 7. Soprattutto, ha in pancia riserve per quasi 10 milioni che potranno essere sbloccate dopo la conclusione favorevole di due contenziosi significativi. Insomma, pur a fronte di un appesantimento del debito, Aeroporti - che non distribuisce dividendi all’azionista Regione - potrebbe essere in grado di sostenere un piano pluriennale complesso orientato allo sviluppo del traffico tramite nuove rotte.
I dettagli dell’iniziativa sono tutti da mettere a punto. Ma il cambio di passo nella gestione Onesti si intravede nelle scelte effettuate nell’ultimo bilancio. Un bilancio che è stato sottoposto a revisione volontaria, in aggiunta alla revisione obbligatoria: è un segnale che, nel mondo finanziario, sta a significare la volontà di cambiare schemi consolidati del passato.
In questo senso, la questione dell’Iva andrà ancora approfondita. La società ha scelto di non presentare ricorso rispetto all’accertamento effettuato dalla Finanza, ma questo non significa che la Regione non vorrà identificare le responsabilità: capire cioè chi, a un certo punto, ha deciso che i contributi per le rotte non andassero più assoggettati a Iva, consentendo ad Aeroporti (che ha emesso le fatture dal 2014 al 2016), ma in ultima analisi alla stessa Regione, di non pagare 10,4 milioni in quattro anni. Ora quei soldi dovranno ugualmente essere attinti dal bilancio regionale.