BARI - L’accordo per il salvataggio degli 81 posti di lavoro è stato sottoscritto a marzo, e prevede tre possibilità alternative. Ma in questi giorni sono scattati i primi 14 licenziamenti in Marozzi, la società che gestisce le linee interregionali su gomma e che ha dichiarato lo stato di crisi per via della concorrenza di Flixbus. «Si tratta soltanto di un adempimento tecnico in attesa della maturazione dei requisiti di pensione», spiegano dall’azienda. Ma i lavoratori si lamentano per la forma: hanno appreso del licenziamento attraverso un messaggio su Whatsapp.
«Non è esattamente così - dice il patron del gruppo, Giuseppe Vinella -: abbiamo inviato la raccomandata, una mail e anche un messaggino per conferma». Dopo una lunga vertenza gestita al tavolo ministeriale con i sindacati nazionali, i lavoratori Marozzi hanno ottenuto di poter scegliere: un incentivo all’esodo, il trasferimento (quando possibile) in una delle aziende partner che continuerà a erogare il servizio oppure la collocazione in Naspi (il trattamento di disoccupazione) in attesa che si verifichino disponibilità occupazionali in altre aziende del gruppo Vinella.
I primi 14 licenziamenti hanno avuto decorrenza da lunedì, stesso giorno in cui - dicono i lavoratori - è arrivato il messaggino che li esonerava dal preavviso e li invitava alla sottoscrizione di un accordo di conciliazione. Gli autisti interessati sono quelli più vicini alla pensione, che matureranno nel giro di qualche mese. Per tutti gli altri, invece, restano aperte le altre opzioni.
Marozzi in questi mesi ha denunciato la concorrenza di Flixbus, che attraverso tariffe molto basse ha messo in crisi il modello tradizionale del trasporto su gomma a lunga percorrenza. Una modalità di trasporto che vede proprio in Puglia il suo «core business», con linee verso Toscana, Lazio e Campania.
Lo storico marchio pugliese però non scompare, anzi imita il concorrente. Ad esempio con il servizio Manfredonia-Foggia-Roma svolto in collaborazione con Ferrovie del Gargano e Metaurobus, i cui biglietti sono acquistabili sul sito Marozzi. Proprio come Flixbus: la low-cost tedesca è infatti una piattaforma informatica di intermediazione, che vende biglietti e affida i servizi ad aziende del territorio in cambio di un corrispettivo chilometrico.
L’effetto per i viaggiatori è stato, come noto, una sensibile discesa delle tariffe, ottenuta però a scapito di decine di posti di lavoro. Proprio Marozzi ha guidato una crociata in Parlamento per ottenere regole diverse, in particolare il rilascio delle autorizzazioni ministeriali alle sole aziende di trasporto. Il tentativo è fallito per ben due volte. E la vertenza nazionale si è chiusa con un accordo tra i sindacati e Flixbus in cui la low-cost si è impegnata ad applicare senza eccezioni il contratto nazionale di categoria.[m.sc.]