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Regione, prelievo sui vitalizi
per progetti su malattie rare

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Consiglio Regionale della Puglia in Via Giuseppe Capruzzi, 204, 70123 Bari, Italia

Consiglio Regionale della Puglia a Bari

La Puglia ha reintrodotto il contributo di solidarietà che sarà applicato per i prossimi due anni sui vitalizi corrisposti ai consiglieri regionali, finalizzato a finanziare con 1 milione e 100 mila euro

Martedì 10 Aprile 2018, 15:30

La Puglia ha reintrodotto il contributo di solidarietà con un prelievo, che sarà applicato per i prossimi due anni sui vitalizi corrisposti ai consiglieri regionali, finalizzato a finanziare con 1 milione e 100 mila euro progetti di ricerca sulle malattie rare. Lo ha deciso oggi a Bari il Consiglio regionale della Puglia approvando all’unanimità una proposta presentata dal presidente dell’Assemblea legislativa pugliese, Mario Loizzo (Pd).

Favorevoli anche i cinquestelle che, nonostante la bocciatura di due loro proposte emendative, hanno ritenuto quella approvata dal Consiglio pugliese «un timido passo in avanti, che riduce un privilegio assurdo, rispetto a quello che andrebbe fatto».

Per Loizzo invece si tratta di «un contributo molto, molto forte». «Sulla base della legge Monti in Puglia il contributo di solidarietà era stato applicato fino al 2016, con un taglio di 250 mila euro circa in tre anni (2014-2016). Oggi la proposta approvata - ha spiegato il presidente - va nella direzione di destinare le somme in favore della ricerca per la cura delle malattie rare attraverso una procedura di evidenza pubblica e poi attraverso procedure di verifica delle spese e della rendicontazione».

«I contributi di solidarietà - ha ricordato Loizzo in aula - devono avere il carattere di ragionevolezza, proporzionalità e discontinuità. Su questa base, frutto di alcune sentenze, anche altre Regioni hanno ripristinato il contributo. Noi abbiamo deciso - ha concluso Loizzo - di non appesantire ulteriormente la richiesta perché altrimenti si rischia, a fronte di ricorsi, di incorrere in quei principi che la Corte costituzionale già ha richiamato».

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