l'incontro

Giovanni Melillo: «Lo Stato protegge il Foggia calcio per liberarlo dalla criminalità»

raffaele fiorella (video maizzi)

Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in un incontro allo «Zaccheria» per fare il punto sui primi sei mesi di amministrazione giudiziaria del club rossonero

Puglia, Calabria, Campania. La mappa dei club in amministrazione giudiziaria è la fotografia di un Sud in cui le mafie provano a mettere le mani anche sul calcio e lo Stato interviene a tutela delle società, dello sport, della sana passione dei tifosi. Il Foggia a maggio scorso, il Crotone a settembre, la Juve Stabia qualche settimana fa. Tutti sodalizi sotto il controllo dei Tribunali, per presunte pressioni, intimidazioni o infiltrazioni della criminalità organizzata. Un fenomeno, quello delle mafie nel pallone, che non risparmia nemmeno il Nord, se si pensa alle recenti inchieste della magistratura, negli ultimi anni, sulle tifoserie organizzate di Juventus, Inter, Milan.

Ieri sera, a quasi sei mesi dall’inizio dell’amministrazione giudiziaria, in occasione della partita di Serie C contro il Benevento, il Foggia ha celebrato allo stadio «Zaccheria» la «Giornata della legalità nello sport», come rievocazione della ricorrenza nazionale che ogni 23 maggio ricorda le vittime di tutte le mafie e in particolare la strage di Capaci del 1992. Un modo per ribadire il no alle mafie e esaltare i valori sani dello sport.

Prima del calcio d’inizio, nella sala conferenze dello stadio, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo (originario di Foggia), il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi e la presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, hanno fatto il punto sui primi sei mesi di amministrazione giudiziaria del club rossonero e più in generale su questo tipo di provvedimento che lo Stato sta adottando per contrastare il fenomeno dei condizionamenti mafiosi nel calcio. «L’intervento si è reso necessario per la gravità e sistematicità delle condotte criminali a danno del Calcio Foggia e che preoccupavano per il clima di indifferenza, anche un po’ cinica, che si respirava attorno a queste pratiche criminali – ha spiegato il procuratore nazionale antimafia Melillo -. Quello dell’amministrazione giudiziaria è uno strumento mite, che mira a riaccompagnare le società in un percorso di rientro nei binari della legalità. Lo Stato mira a tutelare il capitale sociale delle società ma anche il capitale di passione sportiva delle città in cui si interviene. Il Foggia, il Crotone e la Juve Stabia sono tre società professionistiche. Il fatto che siano accompagnate dall’amministrazione giudiziaria evidenzia una dimensione complessiva di gravità del condizionamento mafioso nel calcio. L’amministrazione giudiziaria dura un anno – ha aggiunto Melillo -. Alla fine, il Tribunale farà un bilancio delle misure adottate e dei risultati raggiunti. È una partita lunga e dura, lo sappiamo. L’importante è averla cominciata e giocarla secondo le regole previste dalla legge. Bisogna avere consapevolezza che da queste situazioni se ne viene fuori non solo con l’impegno delle forze dell’ordine, dei magistrati, dei tribunali e delle società ma se c’è anche la disponibilità delle comunità a sottrarsi a queste logiche criminali».

La presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Bari, Romanazzi, ha sottolineato che il provvedimento di tutela giudiziaria del Foggia si è reso necessario perché il club rossonero, considerate le ripetute intimidazioni subite dal patron Nicola Canonico e da suo figlio Emanuele, era «vittima di condotte criminali, in senso lato, estorsivo» e ha aggiunto che la magistratura è qui «per dimostrare che c’è una presenza fisica, vera, autentica al fianco della società, per dare un segnale simbolico ma tangibile della presenza dello Stato accanto al club». Concetto ripreso dal procuratore capo della Repubblica di Bari, Roberto Rossi: «La nostra presenza, fisica, qui, testimonia ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la squadra-Stato c’è e non intende consentire che la criminalità organizzata detti legge in un territorio straordinario come quello della provincia di Foggia. Il calcio è un mondo che non va sporcato da interessi criminali».

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