il processo
Foggia, pestaggio di Noureddine Ennil in piazza Mercato: per tre giovani regge l’accusa di tentato omicidio
In appello i tre hanno patteggiato una riduzione di pena per la brutale, immotivata aggressione del marocchino di 41 anni, picchiato la notte sul 23 giugno 2023
Patteggiano riduzioni di pena i 3 giovani foggiani condannati in appello a complessivi 24 anni e 7 mesi contro i 35 anni e 4 mesi di primo grado, perché riconosciuti colpevoli di tentato omicidio aggravato da motivi abietti e sevizie; e di rapina per il brutale, immotivato pestaggio di Noureddine Ennil, marocchino di 41 anni, picchiato la notte sul 23 giugno 2023 in piazza Mercato in zona Movida, inizialmente ricoverato in prognosi riservata. Fu colpito con pugni e calci anche quand’era a terra esanime; insultato; deriso sputandogli; seviziato con una sigaretta spenta sul petto; tutto filmato con telefonini. La terza sezione della corte d’appello di Bari ieri pomeriggio ha inflitto 10 anni al ventunenne Raffaele Palladino, a fronte dei 14 anni del verdetto di primo grado; 7 anni e 9 mesi al coetaneo Luigi Cognetti (11 anni e 4 mesi a Foggia); 6 anni e 10 mesi al ventiduenne Matteo Gesualdo (10 anni).
I 3 imputati dovranno risarcire i danni. Furono arrestati un mese dopo l’aggressione, il 27 luglio 2023 su ordinanze in in carcere: Palladino è in cella, Cognetti e Gesualdo ai domiciliari. Nell’inchiesta coinvolti anche 2 ex minori, pure arrestati nel blitz e condannati a 10 anni in primo grado, ridotti a 8 in appello.
Gli avv. Vincenzo Paglia per Palladino; Michela Scopece per Cognetti; e Raul Pellegrini per Gesualdo hanno concordato col pg Barbanente sconti di pena. La difesa ha rinunciato a insistere nei 2 principali motivi d’appello contro la sentenza pronunciata dal gup di Foggia il 21 novembre 2024: l’assoluzione dall’accusa d’aver rapinato collanina d’argento e cappellino; derubricazione del tentato omicidio in lesioni, perché Ennil non fu mai in pericolo di vita tant’è che la prognosi definitiva fu di 45 giorni, come sostenuto da una consulenza medica prodotta dall’avv. Pellegrini. In cambio della rinuncia ai principali motivi d’appello, ai 3 imputati concesse le attenuanti generiche con conseguenti riduzioni delle pene.
Attenuanti che il giudice di primo grado negò rimarcando “l’efferatezza del pestaggio e l’assenza di resipiscenza. Gesualdo al momento dell’arresto disse ai poliziotti con estrema spavalderia di non essere pentito perché la vittima aveva mancato loro di rispetto. C’è stato un impiego di forza tanto brutale e incongruo quanto debordante ai danni di uno sconosciuto che non palesò nessun atteggiamento aggressivo, minatorio, o semplicemente offensivo nei confronti di chicchessia”.
La prova è nei filmati registrati dalle telecamere di piazza Mercato. Ennil fu avvicinato da uno dei minori e colpito con un pugno al volto; intervenne Palladino, e lo ferì con una sedia; subito dopo Cognetti e Gesualdo lo presero a calci, trascinandolo. Intanto il secondo minore filmava il pestaggio. Un passante aiutò il nordafricano a rialzarsi ma la furia del branco riprese. Calci, pugni, tanto che la vittima svenne. Era esanime quando Palladino gli sferrò un calcio alla testa, sostiene l’accusa, e spense una sigaretta sull’addome.
Ha retto anche in appello la tesi della Procura di Foggia: fu tentato omicidio vista reiterazione dei colpi inferti; zone vitali lese; iniziale referto dei medici che parlava di lesioni potenzialmente idonei a causarne la morte. Se non successe “fu perché il pestaggio fu interrotto dall’intervento di passanti e della polizia” scrisse il giudice per le udienze preliminari di Foggia, condividendo la sussistenza dell’aggravante delle sevizie per aver “continuato a colpire una persona priva di conoscenza; aver spento una sigaretta sul corpo inerme; con l’intento ridicolizzante degli imputati che immortalarono la vittima in uno stato simil comatoso”.