Mafia foggiana

Omicidio Dedda, svolta nel processo: Albanese «inchiodato» dai pentiti

Redazione Foggia

La deposizione in appello del pentito viestano Troiano: «È “Prnion” il killer»

«Alessandro Moretti nipote di Rocco Moretti, in cella mi confermò che era veramente Giuseppe Albanese l’esecutore materiale dell’omicidio di Rocco Dedda. Mi raccontò d’aver visto al telegiornale il filmato dei due killer in fuga, e che gli venne spontaneo dire che uno dei due era Albanese per come camminava; aveva riferito questo particolare a Pietro Antonio Nuzzi suo compagno di cella; questo Nuzzi si era pentito e l’aveva raccontato ai pm». È il fulcro della testimonianza resa ieri in Corte d’assise d’appello a Bari da Gianluigi Troiano, 32 anni, viestano, ex affiliato alla mafia garganica, pentitosi nell’autunno 2024.

Il collaboratore di Giustizia è stato interrogato in videoconferenza da una località segreta nel processo d’appello a Giuseppe Albanese, 45 anni, di Foggia, soprannominato «Prnion’», condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio premeditato e aggravato dalla mafiosità di Rocco Dedda, ex pizzaiolo di 46 anni, ucciso con 3 colpi di pistola all’addome sull’uscio di casa, un pianoterra al rione Candelaro, il primo pomeriggio del 23 gennaio 2013. Nella prossima udienza sarà interrogato, su richiesta del difensore avvoccato Francesco Santangelo, Alessandro Moretti quale teste a riscontro o smentita del pentito Troiano. La Corte si è riservata di valutare se interrogare anche Rocco Moretti come sollecitato dalla difesa di Albanese...

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