criminalità
Traffico di droga con la Colombia una condanna ed una assoluzione per due cerignolani
Assolto Gaetano Saracino e condannato Pasquale Napolitano accusati di aver sborsato 200mila euro per finanziare tramite la «Banda della Magliana» di Roma l’acquisto dalla Colombia di 30 chili di cocaina
Assolto Gaetano Saracino, condannato a 6 anni Pasquale Napolitano limitatamente a 1 una delle 2 accuse contestate. Così la sentenza pronunciata ieri dal gup di Roma nel processo abbreviato ai 2 cerignolani accusati di aver sborsato 200mila euro per finanziare tramite canali romani l’acquisto dalla Colombia di 30 chili di cocaina (assolti); e d’averne versati altri 200mila per comprare hashish importato dalla Spagna e scaricato: assolto Saracino, condannato Napolitano.
Saracino, 45 anni e Napolitano, 58 anni, furono arrestati il 4 giugno 2024 su ordinanza del gip di Roma chieste dalla Dda capitolina nell’inchiesta contrassegnata dall’emissione di 28 provvedimenti cautelari (11 in carcere, 16 ai domiciliari, 1 obbligo di firma) sull’asse Roma-Cerignola-Napoli-Viterbo; entrambi sono attualmente liberi. Il blitz ebbe una vasta eco mediatica per il coinvolgimento di Marcello Colafigli, settantenne romano, ex boss della banda della Magliana (il “Bufalo” di romanzo e fiction), ergastolano che dalla semilibertà avrebbe coordinato il traffico di droga.
Il processo si è sdoppiato tra chi è andato al giudizio ordinario davanti al Tribunale di Roma tra cui Colafigli; e 10 imputati che hanno optato per il giudizio abbreviato. Il pm chiedeva la condanna di Napolitano e Saracino a 10 anni a testa per entrambe le imputazioni di concorso in spaccio. Gli avv. Antonella Basanisi e Sergio Schlitzer nel chiedere l’assoluzione di Saracino hanno sostenuto la estraneità del cerignolano alla vicenda, rimarcando come nessuna intercettazione lo chiamasse in causa. Per questa vicenda il foggiano già noto alle forze dell’ordine, ha scontato una lunga carcerazione preventiva tra carcere e domiciliari prima d’essere rimesso in libertà: attualmente era sottoposto all’obbligo di firma, ora revocato. Nell’interrogatorio Saracino ha detto di non sapere niente del traffico di droga; spiegato d’essere amico del concittadino Napolitano; d’aver conosciuto Colafigli senza sapere del suo passato giudiziario; d’essersi recato in alcune occasioni a Roma per ragioni di lavoro collegato al cash and carry. Anche Napolitano, difeso dagli avv. Michele Pierno e Valerio Spigarelli, respinge le accuse.
Secondo la Dda i 2 cerignolani e altri 15 coimputati furono coinvolti nell’acquisto di 30 chili di cocaina che sarebbe stato concordato da Colafigli con un colombiano e un napoletano; la droga sarebbe dovuta arrivare in un container al porto di Gioia Tauro e Napoli, affare poi saltato per la perdita dei 200 mila euro destinati ai fornitori. Nelle intercettazioni si parlava di un incontro a Roma tra Colafigli e “lo zio” che l’accusa individuava in Napolitano indicato tra i finanziatori; il gup ha assolto sia Napolitano sia Saracino per non aver commesso il fatto.
La seconda imputazione a carico dei 2 cerignolani e altre 11 persone tra cui ancora Colafigli, riguarda l’importazione dalla Spagna a novembre 2020 di un ingente quantitativo di hashish acquistato per 1700 euro al chilo cui aggiungere 1000 euro per il trasporto, immesso sul mercato italiano al prezzo di 4500 euro al chilo. Lo stupefacente - prosegue l’atto di accusa - giunse in Italia su un autotreno con targa spagnola; fu scaricato in una falegnameria di Roma; e subito rivenduto. Anche in questo caso la Dda ipotizzava il coinvolgimento di Saracino e Napolitano inserendoli tra i finanziatori dell’operazione. Condanna a 6 anni per Napolitano, assoluzione per Saracino.