il caso
Portava via cibo dal carcere di Foggia, sospesa guardia penitenziaria: «Prendevo solo la merce che doveva essere buttata»
L'uomo sarà fuori servizio per un anno: «Non credevo fosse reato». Ci sono altri 7 indagati per peculato e truffa, tra cui 5 pubblici ufficiali e 2 dipendenti di una ditta appaltatrice
Sospeso per un anno dal servizio un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Foggia, M.R. accusato di peculato, ossia il furto commesso dal pubblico ufficiale. Quale incaricato di gestire l’ufficio sopravvitto, si sarebbe appropriato di generi alimentari e prodotti per l’igiene personale presso il magazzino della ditta fornitrice di merce destinata ai detenuti, magazzino situato all’interno della casa circondariale. Altre 7 persone, tra cui 5 pubblici ufficiali e 2 dipendenti di una ditta appaltatrice, sono indagati a piede libero per peculato e truffa. L’accusa sulla scorta di video contesta al cinquantenne foggiano sospeso dal lavoro una ventina di episodi tra novembre 2024 e marzo 2025: avrebbe prelevato la merce presso il magazzino in uso alla ditta fornitrice, portandosela poi a casa. Si parla di bottiglie d’olio, scatolette di tonno, ceci, verdure, cioccolata, mozzarelle. Il pm Anna Landi chiedeva gli arresti domiciliari; il gip Michela Valente dopo l’interrogatorio dell’indiziato ha disposto la meno grave misura della sospensione per un anno dal servizio.
“Il mio assistito pur ammettendo i fatti respinge le accuse” commenta il difensore, l’avv. Luigi Marinelli: “rispondendo alle domande del giudice, il poliziotto penitenziario ha chiarito che non ha mai sottratto merce destinata alla popolazione carceraria ma unicamente generi destinati a essere buttati perché deperibili. Non pensava minimamente che fosse un reato; soltanto quando gli è stato notificato l’avviso di interrogatorio ha scoperto che si tratterebbe di peculato”.
Il sopravvitto è l’ufficio gestito dalla Polizia penitenziaria per l’acquisto da parte dei detenuti di generi alimentari e prodotti per l’igiene personale. I carcerati non possono avere denaro addosso, che quindi depositano presso l’ufficio sopravvitto in modo da ordinare e acquistare di volta in volta e scalando dal conto, la merce di cui hanno bisogno in cella. Una ditta convenzionata si occupa delle forniture. L’indagine coordinata dalla Procura e condotta da Guardia di Finanza e polizia penitenziaria, si basa su intercettazioni audio-video disposte all’interno dei locali del carcere in uso alla ditta fornitrice dei prodotti destinati ai detenuti, e sui filmati estrapolati dai sistemi di sorveglianza della casa circondariale. Così le telecamere per quattro mesi tra novembre e marzo scorso avrebbero filmato l’indiziato riempire buste di generi vari prelevati nel magazzino in uso alla ditta, portarle nella caserma degli agenti, e quindi a casa a fine turno.
La notizia della misura sospensiva è stata diffusa ieri dalle Fiamme gialle a distanza di giorni dalla notifica del provvedimento del gip. “Le indagini condotte dal nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza e dalla polizia penitenziaria, disvelerebbero una illecita sottrazione dal magazzino presente all’interno del carcere di significative quantità di generi alimentari e prodotti per l’igiene personale e della casa. Oltre alla misura interdittiva, sono state denunciate a piede libero 7 persone per peculato e truffa: 5 pubblici ufficiali e 2 soggetti appartenenti a una ditta appaltatrice. Questa indagine costituisce il culmine di accertamenti peculiari della Guardia di Finanza, specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica e nella pubblica amministrazione”.