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Foggia, il pentito Giuseppe Francavilla al processo alla mafia del pizzo

Si tratta di 12 affiliati alla Società già condannati a 130 anni di carcere

Disposto l’interrogatorio di Giuseppe Francavilla per vent’anni al vertice dell’omonimo clan federato con i Sinesi prima di pentirsi a gennaio 2024, nel processo d’appello “Decimabis” alla mafia del pizzo nei confronti di 12 foggiani condannati in primo grado dal Tribunale di Foggia a 130 anni per mafia, 3 estorsioni, 1 tentativo di estorsione, 3 accuse di usura. L’hanno deciso i giudici della terza sezione della corte d’appello di Bari, accogliendo la richiesta del procuratore generale Francesco Barbanente.

L’interrogatorio del pentito fissato in autunno verterà solo sulla posizione di Felice Direse condannato in primo grado a 13 anni quale presunto affiliato al clan Trisciuoglio/Tolonese. Per le posizioni processuali degli altri 11 coimputati acquisite invece agli atti le dichiarazioni rese sia da Giuseppe Francavilla sia dal fratello maggiore Ciro pentitosi a fine 2023. I giudici hanno anche acquisito come chiesto dall’avv. Raul Pellegrini difensore di Direse, l’ordinanza cautelare del blitz “Decimazione” (30 arresti per mafia ed estorsione a novembre 2018, 28 le condanne), l’indagine di cui “Decimabis” con 44 arresti tra novembre e dicembre 2020 è la prosecuzione.

Oltre a Direse in attesa di giudizio davanti alla corte d’appello di Bari ci sono il boss Vincenzo Antonio Pellegrino condannato a 15 anni per mafia quale capo del clan Moretti/Pellegrino/Lanza; Savino Ariostini, condannato a 11 anni per mafia; Mario Clemente (11 anni per mafia); Marco Gelormini (4 anni per concorso in tentata estorsione a 2 fantini con esclusione dell’aggravante della mafiosità); Leonardo Gesualdo ricercato dal novembre 2020 (12 anni per mafia); Michele Morelli (11 anni per mafia); Alessandro Morena (9 anni per 2 usure e 2 estorsioni collegate, con esclusione dell’aggravante dalla mafiosità); Giuseppe Perdonò (11 anni per mafia); Massimiliano Russo (11 anni per mafia); Ciro Stanchi (11 anni per mafia); e Pietro Stramacchio (11 anni per mafia).

Parlando di Direse, Giuseppe Francavilla disse ai pm della Dda che “appartiene al clan Trisciuoglio/Tolonese; è parente di Federico Trisciuoglio per aver sposato una nipote. E’ un killer; e volevo ucciderlo uccidere perché lo ritengo responsabile dell’omicidio di mio cognato Flavio Lo Mele” (assassinato in via Arpi tra la gente a fine a dicembre ’99 nella guerra di mafia del ‘98/99 con 12 vittime e 2 scampati, mandanti ed esecutore dell’agguato a Lo Mele sono rimasti ignoti) “tanto che diedi l’incarico di ammazzarlo a Patrizio Villani”, sicario del clan Sinesi/Francavilla pentitosi a maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per un omicidio in città commissionatogli dalla batteria mafiosa. “Villani andava a vedere dove poteva trovare Direse, ma questi sapendo che io lo cercavo si tenne un po’ più riservato”.

L’inchiesta Decimabis contro la mafia del pizzo conta 41 imputati (altri due tra cui Federico Trisciuoglio morirono durante le fasi processuali) accusati a vario titolo di 30 capi d’accusa: mafia, 17 estorsioni, 6 tentativi di estorsione, 3 usure, armi, turbativa d’asta e il duplice tentato omicidio di Giuseppe e Fabio Trisciuoglio, figli di Federico, sfuggiti alla morte l’8 settembre 2016 in un agguato collegato alla guerra tra clan. Il processo ai 41 imputati si sdoppiò. In 28 furono giudicati con rito abbreviato dal gup che li condannò tutti a 203 anni, e per 23 appellanti contro quel verdetto è in corso l’appello. I restanti 13 vennero rinviati a giudizio, processati dal Tribunale di Foggia che stralciò una posizione e con sentenza del 25 ottobre 2023 condannò gli altri 12 a complessivi 130 anni di carcere con pene da 4 a 15 anni.

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