processo-bis Game over

Traffico di droga e mafia foggiana, chieste 54 condanne per oltre 5 secoli di carcere

Nel 2023 82 arresti: i clan storicamente nemici Sinesi/Francavilla e Moretti/Pellegrino/Lanza misero da parte rivalità per gestire, insieme, in regime di monopolio, il traffico di cocaina in città

Chieste 54 condanne per oltre 5 secoli di carcere nel processo-bis “Game over” in corso dal 17 marzo davanti alla seconda sezione della corte d’appello di Bari, nei confronti di altrettanti foggiani accusati a vario titolo di traffico e spaccio di cocaina aggravati dalla mafiosità per metodi usati e per aver agevolato la “Società foggiana”. I pg Francesco Bretone e Maria Isabella Scamarcio hanno depositato una memoria di 89 pagine per chiedere ai giudici di confermare le condanne del gup di Bari che il 12 luglio 2024 nel giudizio abbreviato inflisse 528 anni di reclusione. Si torna in aula il 19 maggio per arringhe di parti civili e difensori dei due pentiti; in successive udienze parola agli altri legali, la sentenza potrebbe essere emessa entro luglio. Sospesi i termini di carcerazione la cui scadenza era prevista tra settembre 2025 e marzo 2026: 46 gli imputati in cella o ai domiciliari.

Blitz e condanne - L’indagine di Dda e carabinieri portò a 82 arresti il 24 luglio 2023. La Procura antimafia di Bari chiese 85 rinvii a giudizio per 100 capi d’imputazione; il processo si è diviso in 4 tronconi: 21 rinviati a giudizio con 2 distinti processi in corso in Tribunale a Foggia rispettivamente a 19 e 2 accusati; 1 patteggiamento; 63 giudicati con rito abbreviato, con 5 assoluzioni e 58 condanne a 560 anni e 10 mesi complessivi. Dei 58 condannati, in 54 hanno appellato la sentenza puntando su assoluzioni o sconti di pena; tra i rinuncianti per i quali quindi la condanna è diventata definitiva ci sono i fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, per 20 anni al vertice dell’omonimo clan federato con i Sinesi, pentitisi tra fine dicembre 2023 e gennaio 2024: proprio in virtù della collaborazione con la Giustizia sono stati condannati a 5 anni e 4 mesi a testa, evitando pene nell’ordine di 20 anni riservate dal gup ai promotori dell’associazione per delinquere quali Alessandro Aprile, Leonardo Lanza, Francesco Pesante (e Rocco Moretti imputato a Foggia).

Diktat agli spacciatori - Secondo l’accusa, i clan storicamente nemici Sinesi/Francavilla e Moretti/Pellegrino/Lanza (questi ultimi cooptarono nell’affare anche la terza batteria della “Società”, i Trisciuoglio/Tolonese) nel 2017/2018 misero da parte rivalità e rancori per gestire insieme in regime di monopolio il traffico di cocaina in città, imponendo a grossisti e pusher di rifornirsi esclusivamente dalle batterie. La “Società” acquistava la cocaina a 40 euro al grammo; e costringeva gli acquirenti a pagarla 55/60 euro, secondo quantitativi mensili prestabiliti. I 200mila euro incassati mensilmente smerciando 10 chili di coca pari a 50mila dosi, finivano nella cassa comune creata dai clan per pagare mensili agli affiliati, mantenere le famiglie dei sodali detenuti, acquistare altra droga, sostenere le spese legali dell’organizzazione.

Pentiti e intercettazioni - “Gli elementi d’accusa posti alla base delle condanne di primo grado” scrivono i pg Scamarcio e Bretone nella memoria al vaglio di difensori e giudici “sono intercettazioni e dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia”. I foggiani Ciro e Giuseppe Francavilla; Carlo Verderosa; Michele Verderosa; Alfonso Capotosto; Giuseppe Folliero; il barese di Altamura Pietro Antonio Nuzzi; il viestano Danilo Pietro Della Malva (i due Francavilla e Folliero della batteria Sinesi/Francavilla; Capotosto e i due Verderosa del gruppo Moretti). Ci sono poi i “risultati delle captazioni ambientali delle conversazioni intercorse durante le riunioni che consentono di ricostruire con efficacia e esaustività l’intera fase della nascita del sodalizio a fine gennaio 2017 (dopo lo scioglimento in seguito al tentato omicidio di Roberto Sinesi del settembre 2016), nonché quella della sua evoluzione e rimodulazione a gennaio 2018, con le trattative per accordarsi su prezzo della droga e spartizione fra le 3 storiche batterie della ‘Società foggiana’ con la divisione delle liste degli spacciatori”. Quella dei grossisti gestita dal gruppo Moretti; l’altra dei pusher al dettaglio affidata al direttorio dei Sinesi/Francavilla.

Liste sequestrate – Un riscontro a pentiti e intercettazioni, rimarca la Procura generale, è rappresentato “dal sequestro l’8 giugno 2017 in un’azienda agricola di Orta Nova, una delle sedi operative del sodalizio, di un chilo di cocaina, un’arma, e di un foglio manoscritto riportante le liste degli addetti all’attività di narcotraffico ripartiti in ‘piccoli’ e ‘grossi’ proprio come riferito dai pentiti. E dai sequestri il 30 novembre 2018 e il 18 dicembre 2019 nelle abitazioni di Alessandro Aprile e Rocco Moretti junior” (uno dei 21 imputati a Foggia, nipote del boss Rocco Moretti) “delle liste nominative degli spacciatori”.

Le richieste di pena – Sulla scorta di questi elementi i pg chiedono la condanna-bis dei 54 imputati. In particolare per 50 sollecitata la conferma integrale del verdetto del gup; per Aprile e Leonardo Lanza, condannati a 20 anni a testa quali promotori, chiesto l’accoglimento dell’appello dei difensori limitatamente al riconoscimento della continuazione con le condanne loro inflitte nel processo “Decimazione” alla mafia del pizzo (12 anni e 8 mesi a Aprile per mafia ed estorsioni; 7 anni e 4 mesi per Lanza per mafia). Infine la Procura generale si rimette alle determinazioni della corte su eventuali sconti per i pentiti Folliero e Carlo Verderosa.

Privacy Policy Cookie Policy