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Aneurisma dell'arco aortico, al Policlinico di Foggia eseguito un innovativo trattamento mininvasivo

Un accesso femorale a livello inguinale (arteria femorale) unito ad un piccolo accesso chirurgico al braccio

FOGGIA - Un «innovativo» trattamento endovascolare dell’aneurisma dell’arco aortico è stato eseguito nella struttura di chirurgia vascolare ed endovascolare del policlinico Foggia. Si tratta - viene evidenziato in una nota - di un intervento con endoprotesi toracica di ultima generazione per curare un aneurisma della concavità dell’arco dell’aorta in un paziente con gravi comorbilità. «L'esperienza maturata dal centro foggiano nell’ambito della chirurgia mininvasiva - spiega Maurizio Ruggieri, direttore dell’unità operativa di chirurgia vascolare ed endovascolare - ci pone in evidenza nel panorama nazionale: possiamo offrire un approccio mininvasivo nell’80 per cento dei casi di patologia aortica addominale e toracoaddominale. Negli ultimi anni abbiamo eseguito interventi sempre più complessi e l’unità operanvativa si è imposta come uno dei centri di riferimento per questo tipo di trattamento».

L’intervento è stato eseguito con un approccio endovascolare, tramite un accesso mininvasivo femorale a livello inguinale (arteria femorale) unito ad un piccolo accesso chirurgico al braccio (arteria omerale). Il paziente è tornato in reparto il giorno stesso senza ricovero in terapia intensiva. Il decorso post-operatorio è stato caratterizzato da una occlusione della arteria femorale, trattata tempestivamente con un innesto protesico. Il paziente è stato dimesso alcuni giorni dopo l'intervento senza la necessità di alcuna riabilitazione.

«Lo sviluppo delle tecnologie e dei materiali - dice il direttore sanitario Leonardo Miscio - ha ampliato ulteriormente le opportunità della chirurgia endovascolare che oggi riesce a trattare casi complessi in malati compromessi e a eccessivo rischio chirurgico per l’intervento tradizionale». «L'esecuzione di tali interventi di alta complessità rappresenta un motivo di grande soddisfazione che pone solide basi per una proficua sinergia tra vari specialisti per il trattamento delle patologie aortiche», conclude la direttrice generale generale facente funzioni Elisabetta Esposito.

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