l'incidente

La tragedia dell'elicottero precipitato sul Gargano, la Procura attende la consulenza tecnica

Massimiliano Scagliarini

Ora ad esprimersi dovrà essere la Procura di Foggia. Il fascicolo, a carico di ignoti, ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo plurimo

BARI - Secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo l’incidente che il 5 novembre 2022 costò la vita a sette persone dell’elicottero Alidaunia partito dalle Tremiti e diretto a Foggia fu causato da un errore umano. Ma ora ad esprimersi sulla tragedia in cui sono morti due piloti e sette passeggeri dovrà essere la Procura di Foggia, che attende il deposito della consulenza tecnica ordinata dal pm Matteo Stella.

Il fascicolo, a carico di ignoti, ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo plurimo. I periti (il docente di strutture aeronautiche Leonardo Lecce della Federico II di Napoli, il colonnello pilota Paolo Bacci dell’Aeronautica militare e il tenente colonnello Stefano Belleggia del reggimento Aves di Bracciano) dovranno stabilire se possano essere ravvisate responsabilità nella catena di eventi che alle prime ore del mattino portarono l’elicottero a impattare sul costone del Gargano, in agro di Apricena. L’A-109E con marche «I-Piki» era partito alle 9,10 e doveva arrivare a Foggia alle 9,30. Ma il volo finì appena 11 minuti dopo il decollo.

Le verifiche dell’Ansv hanno escluso avarie dell’elicottero e possibili malori dei piloti, il capitano istruttore Luigi Ippolito, 60 anni, foggiano, e il copilota Andrea Nardelli, foggiano di 32 anni. Secondo la ricostruzione dell’Agenzia il piano di volo dell’elicottero prevedeva di mantenere una quota di 1.500 piedi (circa 450 metri), e impattò con il costone della montagna a circa 1.554 piedi. Il motivo sarebbe da ricercare nel maltempo: il forte vento che tirava quel giorno avrebbe fatto «scarrocciare» l’elicottero, che da passare al traverso di Apricena - come era solito fare - si trovò ad avvicinarsi pericolosamente alla montagna. I piloti non se ne accorsero, sia perché la visibilità era molto bassa, sia perché l’elicottero non era dotato del sistema «Taws» (l’allarme che segnala l’avvicinamento al terreno), comunque non obbligatorio come non erano obbligatorie le cosiddette «scatole nere».

L’Ansv ha tuttavia esaminato anche i manuali operativi della compagnia, secondo i quali sulla rotta Tremiti-Foggia è prevista una quota minima di 2.000 piedi fino ad Apricena e successivamente di 1.800 piedi fino a Foggia. Tuttavia quella mattina l’A-109E, come spesso accadeva, chiese e ottenne dalla torre di controllo di Brindisi di mantenere una altitudine più bassa. Alidaunia è dotata di diversi elicotteri, alcuni dotati del dispositivo Taws che in una situazione meteo come quella del 5 novembre 2022 avrebbe potuto fornire un valido aiuto durante la navigazione. Tuttavia sarebbe stato necessario anche un cambio di equipaggio, perché Ippolito non era abilitato a volare sul diverso modello A-169 equipaggiato con il sistema di rilevamento della distanza dal terreno. La Procura dovrà dunque valutare se si sia trattato effettivamente di errore umano, e se questo errore possa essere stato indotto da circostanze esterne. [m.s.]

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