La storia
Foggia, morta la badante accusata del tentato omicidio della 98enne
Strangolò la vecchietta ma poi ingerì prodotti chimici: deceduta dopo due mesi di agonia
FOGGIA - E’ morta ieri mattina nell’ospedale di Lucera dov’era piantonata in stato d’arresto dal 19 marzo Zahra El Khabich, 57 anni, marocchina domiciliata a Stornarella, la badante accusata del tentato omicidio di Angiolina Rossetti, 98 anni, foggiana aggredita nel sonno la mattina del 7 febbraio scorso nella sua abitazione di via De Amicis nel capoluogo dauno. Subito dopo aver colpito l’anziana al capo con un pesante vaso in argento, averle legato una corda al collo, e somministrato disgorgante per wc, l’indagata tentò di suicidarsi ingerendo la stessa sostanza caustica, riportando lesioni alla mucosa gastrica per le quali fu inizialmente ricoverata in pericolo di vita, prognosi poi sciolta. “Dall’ospedale di Lucera ieri mattina mi hanno telefonato per informarmi del decesso della mia assistita” commenta il difensore, l’avv Cosimo Damiano Cirulli: “la signora El Khabich non aveva parenti in Italia; attraverso alcuni amici sono risalito e ho contattato una zia e una nipote in Marocco per avviare l’iter per il rimpatrio della salma. Mi riservo di valutare un’eventuale richiesta alla Procura per disporre l’autopsia e far luce sulle cause del decesso della paziente che era stata dichiarata da tempo fuori pericolo; non so perché fosse stata trasferita dagli ospedali riuniti di Foggia nella struttura lucerina”.
Con la morte della badante si chiude l’indagine su un caso tragico, lasciandosi dietro un alone di mistero sul movente dell’aggressione rimasto ignoto. Per le lesioni riportate ingerendo l’acido, la El Khabich aveva difficoltà a parlare tant’è che il gip non potè interrogarla dopo l’arresto e verbalizzare la sua versione dei fatti. La causale del tentato omicidio rimarrà un punto interrogativo, al di là dell’ipotesi che gli stati ansiosi della marocchina (tanto da essere visitata da un medico) potessero essere generati dal timore di non essere confermata quale badante dell’anziana foggiana al termine del periodo di prova. Ma i rapporti tra la Rossetti e la El Khabich erano buoni, come confermato dai familiari della vedova e dai testimoni interrogati dalla squadra mobile.
Tutto avvenne alle 6 del 7 febbraio nell’abitazione della Rossetti: un vicino di casa udì rumori, lamenti, urla e telefonò alla figlia della vedova arrivata subito dopo. Entrata nell’appartamento della madre vide la badante stesa a terra indicarle a gesti la camera da letto, dove sul letto c’era esanime l’anziana foggiana. Le due donne furono soccorse dal 118, trasportate agli ospedali riuniti in codice rosso: prognosi sciolte nelle settimane successive sia per la Rossetti tornata a casa ai primi di marzo, sia per la El Khabich rimasta ricoverata.
Il 19 marzo il gip Francesca Mannini accogliendo la richiesta del pm ordinò l’arresto della badante, firmando l’ordinanza cautelare in carcere eseguita dalla squadra mobile. Il pm contestava il tentato omicidio aggravato dall’aver approfittato della minorata difesa della vittima, d’aver abusato delle relazioni domestiche, d’aver usato sostanze venefiche. Aggressione in tre fasi in pochi secondi: l’anziana foggiana fu colpita al capo con un vaso trovato accanto al letto; quindi le fu stretta una corda intorno al collo; poi la somministrazione del disgorgante, lo stesso acido usato subito dopo dalla badante per togliersi la vita secondo la ricostruzione di pm e Polizia. Viste le condizioni dell’indagata, non fu trasferita in carcere ma si dispose il piantonamento in stato d’arresto nell’ospedale di Lucera dove nel frattempo era stata trasferita.
Il tribunale della libertà di Bari nelle settimane successive confermò la gravità degli indizi e rigettò la richiesta difensiva di arresti domiciliari; l’avv. Cirulli doveva depositare in questi giorni al gip una richiesta di revoca del carcere con una misura cautelare meno grave; poi ieri mattina il decesso della badante.