la sentenza
I dipendenti assenteisti dovranno risarcire il Comune di Manfredonia: se ne andavano al bar
Abbandonavano il luogo di lavoro per recarsi alle Poste, a fare la spesa, giocare alle slot machines non specificando sul marcatempo i motivi dell’allontanamento
MANFREDONIA - Diciannove fra dipendenti comunali e lavoratori socialmente utili dovranno risarcire il palazzo di Città di Manfredonia con oltre 80mila euro.
Lo hanno deciso i giudici della Corte dei Conti (presidente Pasquale Daddabbo, relatore Carlo Picuno, a latere Rossana Decorato) che hanno disposto un sostanzioso risarcimento a titolo di danno all’immagine, da addebitarsi ai convenuti accusati di assenteismo.
I fatti a cui fa riferimento l’inchiesta dei giudici contabili si riferiscono ad un arco temporale compreso fra il dicembre 2013 e il febbraio 2014. All’epoca dei fatti, vennero avviate indagini anche da parte della procura della repubblica di Foggia, che chiese e ottenne un’ordinanza di custodia cautelare. Il giudizio penale, però, si è concluso nel febbraio scorso con una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
La procura della Corte dei Conti, però, ha deciso di contestare ugualmente le pretese risarcitorie, sommando il danno all’immagine nei confronti dell’ente municipale sipontino. Il collegio ha ribadito che “la sentenza di prescrizione intervenuta nel giudizio penale...non riveste alcuna efficacia vincolante nel giudizio per danno erariale”.
Stando alle contestazioni, i dipendenti sarebbero entrati e usciti dagli uffici comunali di Manfredonia senza timbrare il cartellino. La polizia giudiziaria aveva provveduto ad installare una prima telecamera, a ridosso dell’apparecchio marcatempo ubicato all’ingresso del civico 8/7 di via Orto Sdanga, e poi una seconda telecamera in un’altra sede.
Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni si sarebbero allontanati dal loro luogo di lavoro “per recarsi al bar ( trattenendosi anche oltre la pausa caffè), giocare alle slot machines, recarsi agli uffici postali, per fare la spesa, non specificando sull’orologio marcatempo i motivi dell’allontanamento dal luogo di lavoro”.
“I comportamenti contestati – si legge nella sentenza emessa dalla Corte dei conti – sono fondati su riprese video ed attività di osservazione, pedinamento e controllo che interessano tutti i convenuti. L’incrocio analiticamente effettuato fra le risultanze delle indagini suddette e l’esame dei cartellini di ingresso e uscita ha evidenziato l’illiceità degli allontanamenti ingiustificati”.
E ancora, sempre nella sentenza della Corte dei conti si sottolinea: “Va precisato che nessuno dei convenuti ha disconosciuto la corrispondenza alla propria persona dei soggetti raffigurati nei fotogrammi, estratti dalle riprese video”.
Questi i risarcimenti a cui sono tenuti i 19 convenuti nei confronti dell’Amministrazione comunale di Manfredonia (attualmente commissariata dopo lo scioglimento del consiglio comunale): Nicola Riccardo, 11.208 euro; Raffaele Basta, 1000; Luigi Starace 6.912,24; Raffaele Esposto, 10.039,92; Celestino Basta, 9.261,32; Matteo Basta 9.844,88; Michele Bolzano 9.705,64; Michele Potito 3.042,72; Canio M. Pesante 3.173,12; Stefano Borgomastro 1.805,08; Bruno Umbriano 1.659; Raffaele Gramazio 1.000; Ilaria Amoruso 1.033,96; Gennaro Gentile 5.114,72; Fernando Cappello 3.290,80; Domenico Del Nobile 1.707,64; Michele Totaro 1.376,04; Matteo Vitulano 935,13; Patrizia Gatta 1.76,88.