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Foggia, migranti e famiglie povere in cura dai medici volontari

massimo levantaci

Scopelliti: «Rispettiamo la Costituzione, lo faremo anche a borgo Mezzanone»

FOGGIA - Poveri e soli, migranti e senzatetto. Ma non solo. Anche molti italiani. Intere famiglie indigenti foggiane hanno scoperto da qualche mese la gioia di potersi curare, acquistare un farmaco. Sono gli "ultimi" che il servizio sanitario nazionale se riconosce, emargina: pur essendo regolarmente iscritti alla «cassa mutua». Accade già tra i cittadini di borgo Mezzanone, tra i cittadini della borgata: «Loro saprebbero dove andare - dice il dottor Antonio Scopelliti, una vita trascorsa a prestare assistenza agli ultimi - ma sono troppo distanti dal primo ospedale e non tutti hanno la possibilità di prendere i mezzi pubblici, men che meno l'auto. E allora ci hanno chiesto se potranno anche loro farsi visitare nel nuovo centro medico che apriremo per i lavoratori migranti».

È la nuova risposta del nobile volontariato in provincia di Foggia, poveri e migranti sotto il controllo medico di una sanità parallela che forse contribuirà a sfoltire qualche lista d'attesa negli ospedali pubblici. «Cerchiamo di mettere in pratica i principi della nostra Costituzione, curarsi è un diritto», dice Scopelliti e allarga un bel sorriso.

La terra della "Quarta mafia", definizione che più ingiusta non si può, è attraversata anche da questi slanci di generosità. La povertà sanitaria in provincia di Foggia è accentuata dalla presenza di migranti, il nuovo punto di assistenza sociale e sanitaria annunciato da un’intesa tra la Cgil, Solidaunia e Auser nascerà ai bordi dell’ex pista di borgo Mezzanone, nella baraccopoli da 2mila persone quasi tutti di etnia africana che vivono ai margini della società. Il punto di assistenza aprirà «entro fine novembre - aggiorna Scopelliti alla Gazzetta - aspetteremo il rientro in Italia di padre Abel, neoparroco della Madonna del Grano di borgo Mezzanone, tornato a casa per qualche settimana nel Benin, suo paese di origine. Con padre Abel, laureato in fisiatria, intendiamo infatti far nascere un polo riabilitativo con il nuovo punto di assistenza sociale a borgo Mezzanone».

La nuova realtà nasce dopo la felice esperienza del centro medico in via Fiorello La Guardia a Foggia, servizio completamente gratuito attivo dallo scorso inverno a beneficio delle famiglie meno abbienti e gestita da 47 medici (quasi tutti in pensione) che si alternano nella gestione del centro cittadino e che cinque giorni su sette svolgono assistenza medica itinerante a bordo del camper sanitario e che raggiunge tutti quei luoghi della sterminata campagna foggiana in cui vivono sparpagliati in condizioni disumane nuclei di 30-40 persone che vivono di lavoro nei campi, non interagiscono con la popolazione locale (un po' la caratteristica di tutte le etnie stanziali in Capitanata), ma possono rappresentare un pericolo sanitario se non si interviene. «La Regione, che coordina le nostre operazioni - spiega Scopelliti - ci ha assegnato la sorveglianza sanitaria del campo rom di Stornara e del campo rom macedone ad Arpinova, oltre ad altre zone più isolate in campagna dove vivono piccoli nuclei di migranti. È un impegno che facciamo con dedizione e ascolto, lo studio medico in via La Guardia - aggiunge il medico foggiano - può assicurare consulenze specialistiche, una vera particolarità che consente di allargare il campo dell’assistenza medica a un ventaglio maggiore di persone che si rivolgono ai nostri medici che prestano la propria opera con spirito solidaristico e di abnegazione. Cerchiamo di dare una mano - dice Scopelliti - ogni medico che partecipa alle nostre attività mette a disposizione parte del suo tempo e la sua esperienza per aiutare persone che non hanno nulla e vedono in noi un motivo di speranza».

Il nuovo ambulatorio che sorgerà a borgo Mezzanone è sostenuto dalla Ong Solidaunia, organizzazione senza scopo di lucro che opera nel campo della cooperazione internazionale, dalla Cgil, anche attraverso i suoi sindacati di categoria Flai Cgil e Spi Cgil e dall’Auser, attraverso le sue associazioni Auser Puglia, Auser Territoriale Foggia e Auser Foggia. La Cgil fornirà sul piano logistico la sede e i servizi di mediazione linguistica e culturale, che andranno ad affiancare quelli istituzionali di tutela collettiva ed individuale dei lavoratori. Solidaunia implementerà e metterà a disposizione la strumentazione essenziale, i medici volontari le proprie prestazioni, Auser promuoverà una campagna di crowdfunding e iniziative rivolte a migliorare il livello di alfabetizzazione e la capacità linguistica degli immigrati. Ognuno farà la sua parte, è questa la Capitanata dovrebbe finire sotto i riflettori.

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