La candidatura

La Regione benedice e sostiene Lucera a «Capitale della cultura 2026»

Il vice presidente Piemontese: «È l’espressione di un pezzo della Puglia che ha imparato a fare rete»

LUCERA - La Regione benedice la candidatura di Lucera e dei Monti Dauni a Capitale italiana della Cultura 2026, definendola «l’espressione di un pezzo della Puglia che ha imparato, in questi anni, a fare rete e a generare connessioni che fanno crescere il valore di un contesto ambientale, paesaggistico e culturale unico».

Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, intervenendo stamattina sul palco del Teatro Garibaldi di Lucera, all’evento organizzato per lanciare il "Documento dei Sindaci» di Lucera degli ultimi 50 anni, il documento «Le Città pugliesi già finaliste della Capitale italiana della cultura (Bari, Taranto, Bitonto, Mesagne e Monte Sant'Angelo)» e il «Manifesto dei borghi per la cultura: dai Monti Dauni una proposta ai borghi d’Italia», nell’ambito delle attività che si stanno moltiplicando per completare, entro il 27 settembre prossimo, il dossier di candidatura della città come capofila dei Monti Dauni e unica in Puglia.

«La cultura, specie nei borghi di cui, in Italia e in Europa, si sta riscoprendo l'importanza come luoghi dove poter vivere o poter lavorare, se dotati da servizi, infrastrutture e tecnologie - ha sottolineato il vicepresidente - si mette al servizio di una diversa idea delle relazioni tra le persone, dei luoghi che si abitano, della terra che si coltiva, dei mestieri antichi e nuovi che possono essere esercitati in contesti che non fanno perdere le connessioni con il mondo, anzi: proprio grazie al veicolo del progetto Capitale della cultura, quelle connessioni moltiplicano il valore di un contesto naturale, paesaggistico e culturale unico».

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