I nodi della Regione

Sanità, «Foggia, truccò atti della Asl per favorire imprese amiche»

Massimiliano Scagliarini

La Corte dei conti condanna (per la quinta volta) un ex funzionario arrestato nel 2011: «Forniture inutili con firma falsa del dirigente»

BARI - L’ex funzionario della Asl di Foggia condannato per la maxitruffa al servizio sanitario aveva anche inventato una serie di ordini di acquisto, falsificando la firma dell’allora dirigente e avvantaggiando così alcuni imprenditori amici. È per questo che la Corte dei conti ha condannato per la quinta volta Nazario Di Stefano, 60 anni, di San Severo, già coinvolto nelle indagini della Procura di Foggia cominciate nel 2011 a seguito di un esposto anonimo che la Regione girò agli inquirenti.

Stavolta la vicenda riguarda beni acquistati ma in realtà mai consegnati alla Asl di Foggia. E il motivo è semplice: Di Stefano, addetto all’area gestione del patrimonio, avrebbe preparato ordini di fornitura con la firma falsa del dirigente (a sua volta coinvolto nel filone di inchiesta principale): in quegli atti si attestava che alcune ditte erano state autorizzate a fornire vari beni sanitari. Ma era tutto falso: l’unica cosa vera sono i 123mila euro che la Asl ha sborsato alle ditte.

«Il danno erariale contestato - secondo la Procura erariale, rappresentata in udienza dal vice procuratore generale Cosmo Sciancalepore - risulterebbe comunque confermato anche nell’ipotesi di eventuale consegna (non riscontrata) dei suddetti beni...

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