Guerra tra clan
Foggia, inflitti 325 anni di carcere ai vertici della «Società» dal ‘94 ad oggi
Sono i capi e affiliati di rango alle batterie Moretti, Sinesi Francavilla e di Tolonese dopo la scomparsa di Trisciuoglio
Undici uomini della “Società”, tra cui 9 ritenuti ai vertici dei tre clan, hanno… collezionato dal ’94 a oggi oltre 325 anni di carcere (non tutte le condanne sono definitive) per mafia, omicidi, traffico di droga, estorsioni, corruzione, armi, associazione per delinquere semplice, ricettazione, riciclaggio, spendita di monete false, violazione della sorveglianza speciale, evasione, false generalità; al momento 9 sono detenuti, 1 è libero, 1 è morto.
La famiglia Moretti conta tre generazioni di malavitosi dietro le sbarre al momento. Rocco Moretti, 72 anni, detto “il porco”, nome storico della “Società” sin dalla sua fondazione a metà anni Ottanta, dall’89 a oggi ha messo insieme 45 anni e 4 mesi di condanne per omicidio, mafia, droga, estorsione, armi; in libertà ha trascorso solo un paio d’anni, dal luglio 2014 al novembre successivo; dall’aprile 2016 all’ottobre 2017; coinvolto in 4 blitz: Panunzio, Day before (entrambi anni Novanta), Cronos (2007), Decima azione (2018) in cui il 7 novembre gli sono stati inflitti in appello 10 anni e 8 mesi per mafia e estorsione. Nel passato giudiziario del boss anche le assoluzioni per la strage al circolo Bacardi (4 morti nell’86); la lupara bianca di Pinuccio Laviano del gennaio ’89; l’omicidio di Gerardo Agnelli del 9 giugno ’90; il proscioglimento per l’omicidio di Nicola Laviano (fratello di Giuseppe) del 6 giugno ’87. Il figlio Pasquale Moretti, classe ’77, detto “il porchetto” è stato condannato a 42 anni per varie vicende. Coinvolto in Poseidon (2004), Cronos (2007), Babele (2015), Reckon (2016) e Decima bis (2020) è stato condannato per mafia, droga, usura, estorsione, armi, ricettazione, violazione sorveglianza speciale, soldi falsi. Dal 2014 a oggi è stato a piede libero solo tra febbraio e novembre 2020, quando fu riarrestato in Decima bis con condanna in primo grado lo scorso 18 ottobre a 16 anni per mafia, usura ed estorsione. Per due volte i rivali hanno cercato di ucciderlo nelle guerre di mafia del 2003 e 2007. Rocco Moretti junior, classe ’97, figlio di Pasquale e nipote di Rocco senior, ha già 21 anni di condanne: coinvolto nei blitz Chorus (2019) e Decima bis (2020), condanne per rapina (2016), estorsione, droga (2019), armi, evasione; in Decima bis a ottobre inflitti 10 anni per mafia.
Al vertice del gruppo Moretti ci sono anche Vincenzo Antonio Pellegrino classe ’52 detto “Capantica” (condannato per mafia ed estorsione a 12 anni e mezzo in due blitz, Panunzio del ’94 e Rodolfo del 2016, assolto in altri due Poseidon del 2004 e Cronos del 2007, come fu assolto per l’omicidio Agnelli; attualmente è sotto processo per mafia in Decima bis del 2020, sfuggì alla morte il 5 maggio 2007 in un agguato che diede il via alla quinta guerra tra clan della “Società”); e Vito Bruno Lanza, classe ’53, detto “u lepre”: coinvolto nei blitz Day before (’95, condanna); Agora (2009), Baccus (2012) e Rodolfo (2016) nei quali è stato assolto, ha condanne per 21 anni (l’ultima il 7 novembre a 8 anni per mafia in appello in Decima azione) per mafia e droga; assolto per l’omicidio-lupara bianca di Laviano dell’89; ha rischiato di essere ucciso il 17 ottobre 2015 in un agguato collegato all’ultima guerra di mafia.
Finita la diarchia del terzo clan della “Società”, la batteria Trisciuoglio/Tolonese alleato dei Moretti, in seguito alla morte a 69 anni di Federico Trisciuoglio lo scorso 5 ottobre dopo una lunga malattia e condanne a 39 anni per mafia, droga, estorsione nei blitz Panunzio (’94), Double edge (2002), Poseidon (2004), Osiride (2007), Corona (2013). Piazza Pulita (2012); in Decima bis (2020) c’era una richiesta di condanna a 17 anni e 4 mesi per mafia e 7 estorsioni, poi venuta meno per la morte dell’imputato. Raffaele Tolonese, classe ’59 detto “Rafanill”, sarà invece scarcerato nei primi mesi del 2023 dopo 10 anni. Dal 2001 al 2013 ha cumulato condanne per circa 22 anni per mafia, droga estorsione, armi, evasione, ricettazione, riciclaggio, violazione della sorveglianza speciale venendo coinvolto nei blitz Panunzio (’94), Osiride (2007), Hurt locker (2012, assolto) e Corona (2013). Assolto poi dall’accusa di aver ucciso un detenuto ai domiciliari a Carapelle il 27 novembre 2000.