Il caso
Omicidio a Foggia, parla l'imputato: «ho agito per legittima difesa»
Si è difeso così, dinanzi ai giudici della corte d’assise di Foggia, Ibrahima Diallo, il guineano di 22 anni accusato di aver ucciso il suo connazionale Algassimou Bah, di 20 anni, nell’aprile dello scorso anno.
BARI - «Ho agito per legittima difesa». Si è difeso così, dinanzi ai giudici della corte d’assise di Foggia, Ibrahima Diallo, il guineano di 22 anni accusato di aver ucciso il suo connazionale Algassimou Bah, di 20 anni, nell’aprile dello scorso anno. L’imputato, assistito dall’avvocato Margherita Matrella, ha ricostruito in aula quanto accadde la sera del 22 aprile 2020 tra le baracche del «Gran Ghetto», insediamento abusivo sorto nelle campagne tra Foggia e San Severo. Il presunto assassino ha raccontato che quella sera aveva offerto da bere sia alla vittima che ad un suo amico. Il connazionale gli ha chiesto di scaricargli della musica dal suo cellulare. Improvvisamente - ha detto in aula - hanno iniziato a spintonarmi; mi hanno strappato dalle mani il cellulare e il portafogli. Quindi - è il suo racconto - la vittima ha estratto un paio di forbici ed ha colpito il connazionale al volto. Quest’ultimo si è allontanato per qualche metro, ha recuperato un coltello e, con quell'arma, ha colpito con un fendente al petto Algassimou Bah. Si torna in aula il prossimo 11 giugno per il controesame dell’imputato da parte della pubblica accusa.