le ripercussioni
Foggia, tangenti al Comune, sindaco: «Tutelerò la mia immagine»
Franco Landella viene citato da un arrestato in una intercettazione
FOGGIA - «Ho dato mandato ai miei avvocati di valutare eventuali azioni legali a carico di chi, in modo maldestro, cerca di strumentalizzare questa vicenda danneggiando la mia immagine».
E’ quanto afferma il sindaco di Foggia, Franco Landella, che in una intercettazione viene citato da una delle quattro persone arrestate ieri come il destinatario di una quota della presunta tangente di 35mila euro che un imprenditore avrebbe dovuto pagare per ottenere lo sblocco del pagamento per alcuni lavori informatici aggiudicati con un appalto pubblico. Ieri sono finiti ai domiciliari, con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, il consigliere comunale della maggioranza di centrodestra Bruno Longo (FdI); il medico in pensione Antonio Apicella; l’impreinditore Luigi Panniello; e l'addetto al servizio informatico del Comune, Antonio Parente.
Il sindaco leghista Landella, che non risulta indagato, è tirato in ballo Apicella che - secondo quanto riportato nell’ordinanza del gip Domenico Zeno - durante lo scambio di parte della tangente dice a Longo che c'era una quota anche per il sindaco Franco Landella. A questa affermazione Longo risponde: «Ma che Landella, non ti azzardare».
«La mia totale estraneità dalla vicenda - spiega oggi Landella - è evidenziata dagli atti di bilancio corrente ed eventuali variazioni che hanno escluso la possibilità di prosecuzione del servizio oggetto di indagine. È evidente dalle conclusioni della magistratura che ogni riferimento alla mia persona è frutto solo di millanterie e mai di un mio diretto coinvolgimento».
Il sindaco aggiunge che «il Comune di Foggia valuterà le opportune azioni da intraprendere per tutelare la propria immagine, ove i fatti contestati risultino accertati».