L'incontro

Caporalato nel Foggiano, Mauri: «Fenomeno esiste da troppo tempo»

Redazione online

"Dobbiamo risolvere problema dello sfruttamento lavorativo"

FOGGIA - «Lavoriamo attivamente per risolvere la questione dello sfruttamento in agricoltura e del caporalato. Abbiamo incontrato forze dell’ordine, prefettura, associazioni sindacali e l’associazionismo del terzo settore. Purtroppo non siamo di fronte ad una emergenza, ma ad un problema che esiste da tantissimo tempo». Così il vice ministro dell’Interno Matteo Mauri parla a Foggia del vertice sul caporalato che si è tenuto oggi in Prefettura. «Dobbiamo risolvere questo problema - prosegue - che coinvolge sia italiani che stranieri, sfruttati in agricoltura. Questa provincia non può essere vissuta come la provincia dello sfruttamento, deve essere valorizzata». Alla domanda di un cronista sugli insediamenti abusivi, i 'ghetti' del Foggiano frequentati dai caporali in cerca di manodopera, il vice ministro ha replicato che c'è il problema sicuramente «di trovare soluzioni abitative diverse e dignitose, i ghetti «sono un problema soprattutto per chi ci vive, di conseguenza dobbiamo trovare soluzioni abitative diverse. Ma al centro di tutto - sottolinea Mauri - c'è sempre il tema dello sfruttamento, perché se una persona non viene pagata per quello che fa ma viene sottopagata, e in alcuni casi schiavizzata, è inevitabile che si creino queste situazioni. Il lavoro di oggi è stato quello di aggredire il problema alla fonte: cioè il tema dello sfruttamento. Il prefetto e le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro anche sui cosiddetti ghetti, dove tra l’altro ci sono condizioni di illegalità che non sono accettabili e che producono grandissimi problemi per chi li vive. Voglio segnalare - aggiunge - anche il tema della condizione delle donne che vivono in quelle realtà, che oltre allo sfruttamento lavorativo vivono situazioni gravissime di sfruttamento sessuale, ci sono minori che vivono in condizioni inaccettabili. Il lavoro che sta facendo il Governo va esattamente in questa direzione: ricostruire le condizioni di civiltà e dignità nell’interesse di tutti, di chi vive quella vita e delle comunità di chi li ospita», conclude Mauri. 

REGOLARIZZATE 220MILA PERSONE - «La regolarizzazione fatta da alcuni ministeri, io rappresento il ministero dell’Interno che è quello che ha fatto il provvedimento, dice che sono state fatte domande di regolarizzazione per 207mila persone, più 13mila che hanno fatto una richiesta di permesso per una ricerca di lavoro, per cui noi stiamo parlando di 220 mila persone. Nella relazione che abbiamo fatto prima che iniziasse la regolarizzazione, su un foglio di carta abbiamo scritto che probabilmente avremmo regolarizzato 220mila persone, cioè esattamente quello che è accaduto». Lo ha detto il vice ministro dell’Interno Matteo Mauri, al termine dell’incontro che si è tenuto in prefettura a Foggia sul caporalato, parlando della sanatoria proposta dal Governo per la regolarizzazione temporanea dei lavoratori. "Questa è la dimostrazione - ha aggiunto - che abbiamo lavorato in un ottica molto razionale e che va in una direzione: più legalità, più regolarità e di conseguenza più interessi per tutti, perché produrre le condizioni per l’integrazione di qualità va nell’interesse di tutti», ha concluso il vice ministro. «Ci sono delle iniziative che vanno nella direzione di trovare mezzi di trasporto medi o piccoli per poter accompagnare le persone al lavoro. Bisogna prosciugare l'acqua dentro cui nuota il caporalato, che è una piaga inaccettabile che spesso è sfruttamento di stranieri su stranieri». Lo ha detto il vice ministro dell’Interno Matteo Mauri, a Foggia per un incontro sul caporalato, rispondendo alle domande dei cronisti sul problema del trasporto dei braccianti nei campi. "C'è un tema di fondo - ha detto poi Mauri - ovvero il guadagno legittimo degli imprenditori agricoli: c'è una catena di valori che in questo momento è sproporzionata, perché c'è una grande distribuzione che è in grado di imporre dei prezzi agli agricoltori che non sono sostenibili. Perciò noi dobbiamo lavorare da tanti punti di vista, anche riequilibrando i diritti di chi fa impresa, perché li dentro c'è un pezzo del problema», ha aggiunto. 

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