Sos campagne

Foggia, allerta agromafie «Infiltrazioni in ogni settore»

Massimo Levantaci

De Filippo: «Ogni settore ne è infiltrato, teniamo alta la guardia che così si vince»

FOGGIA - Racket delle estorsioni a tutto spiano, contraffazione degli alimenti come una spina nel fianco della promozione dell’agroalimentare «made in Daunia», furti di mezzi agricoli nelle campagne seguendo un’escalation mai registrata prima d’ora da due anni a questa parte. L’indice di permeabilità delle agromafie «raggiunge quota cento a Foggia», denuncia Coldiretti. Un dato inquietante, come intervenire? «Ogni settore è infiltrato da fenomeni malavitosi - denuncia il presidente provinciale dell’organizzazione agricola, Giuseppe De Filippo - dall’allevamento, alla distribuzione alimentare, dall’itticoltura alla ristorazione siamo in presenza di un quadro in continua evoluzione che va monitorato continuamente per non farsene sopraffare». L’associazione pugliese dei berretti gialli denuncia denuncia un volume d’affari delle agromafie di «24,5 miliardi di euro», un dato sottolineato in occasione della manifestazione di Libera di venerdì 10 a Foggia a cui Coldiretti ha partecipato con una folta delegazione. «Mettendo le mani sull’agroalimentare in territori dove l’agricoltura è il settore economico centrale - aggiunge De Filippo - la malavita si infiltra in modo capillare nella società civile, condizionando la vita quotidiana della persone e affermando il proprio controllo sul territorio. Foggia è una provincia a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile».

Questione complessa, s’inquadra in un fitto sistema di abusi e raggiri ai danni degli agricoltori onesti perpetrati anche attraverso strumenti apparentemente leciti, come le aste al massimo ribasso, pratica che il ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ha annunciato proprio a Foggia di voler debellare con un decreto che dovrebbe essere pubblicato «entro la fine di gennaio». «Le mafie – denuncia la Coldiretti – condizionano anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – sottolinea ancora l’organizzazione agricola – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy». Numerosi gli episodi denunciati dagli agricoltori in Capitanata. «La criminalità organizzata in agricoltura - sottolinea la Coldiretti - opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardianìa alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato».

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